Biblioteche, alberghi e start up “La cultura salverà la montagna”

Da un festival culturale al rilancio di un territorio. Il tentativo di non arrendersi all’abbandono e allo spopolamento passa anche dal restauro di un «trogolo», termine che indica  i lavatoi pubblici di un tempo, tipici della Val Borbera. L’ultima azione del progetto «Appennino Futuro Remoto», che non è solo un festival ma un contenitore funzionale alla rinascita di Carrega Ligure, uno dei comuni più estesi d’Italia e con la minore densità di abitanti (88 residenti per 55 chilometri quadrati, 20 aggregati di case e due «ghost town»).

Il «progetto Trogolo» si è concluso in sordina, nello stile di una terra dove quel che si fa si dà per scontato, come non ci fosse nulla di speciale nell’aprire una biblioteca in un borgo di 7 abitanti (la piccola Cartasegna) e organizzare festival portando i Marlene Kunz e Maurizio Lastrico a esibirsi in prati semi isolati.

Divenuta ormai parte del quotidiano, «Appennino Futuro Remoto» ha nel nome la sua ragione sociale, guardare lontano senza perdere le radici delle genti delle «Quattro province» (Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza), quel fazzoletto dì terra dove i confini amministrativi sono solo sulla carta, dove un tempo si parlava un dialetto comune e dove costumi e tradizioni cercano di essere preservati dalla globalizzazione. Uno dei modi è il recupero del territorio. Da ultimo, quello delle fontane dei borghi in cui si suddivide il Comune di Carrega. Un investimento di poco meno di 90 mila ha permesso di restaurare e ridare nuova vita a quei « trogoli » ( dialetto ligure puro) che sono il simbolo delle vaIli e che stanno per diventare gli snodi del nuovo sentiero che avrà come protagonista l’acqua, ora in fase di completamento.

Ma non è l’unico progetto realizzato grazie al sesto posto nel bando europeo del 2022 «Borghi storici», legato ai fondi Pnrr, che ha conferito al Comune 1,7 milioni di euro per salvare la montagna dallo spopolamento. Appennino futuro remoto è l’associazione che coordina il progetto, nata nel 2021 in occasione del festival omonimo e che si pone come traguardo la riqualificazione dei luoghi di cultura, materia li e immateriali, per riattivare l’economia locale. Per riuscirci. Laura Parodi e il suo gruppo le pensano tutte.

Spiega la coordinatrice di Afr: «Vivo in quelle terre e spesso le esigenze dei suoi abitanti sono pratiche. Vogliamo portare il turismo, anche culturale, in quei luoghi. Non solo festival  ma anche il mondo degli escursionisti, il turismo lento, il recupero e la valorizzazione  dei canti e dogli strumenti che una volta erano diffusi. I risultati si stanno già vedendo. Abbiamo realizzato progetti nelle scuole della valle e con alcuni istituti superiori di Novi e l’Università di Genova». Idee che si tramutano in azioni concrete. Come gli interventi (oltre 350mila euro di investimento) per trasformare cinque abitazioni donate da privati in altrettanti borghi di Carrega in una sorta di albergo diffuso, che entro il 2026 possa servire ai viandanti. Stesso orizzonte temporale per il nuovo museo etnografico. Poi c’è il finanziamento per la nascita di quattro startup locali ( principalmente fondate da ragazzi Under 30). por valorizzare i prodotti del territorio, come  le castagne.

Non è sempre una strada in discesa ma, a volte, le gratifiche sono il carburante per continuare a lavorare, come spiega Laura Parodi: «I problemi ci sono, dalla mancanza di mezzi di trasporto a quella dei servizi essenziali, per non parlare  del “digital devide”. Ma non ci arrendiamo. Domenica, al nostro ultimo evento, c’erano tanti volti nuovi e giovani, al punto che un anziano di Capanne di Carrega mi ha sorriso spiegandomi che così tante auto e visitatori non li vedeva da tempo immemorabile.

Maurizio Iappini

(Articolo tratto dal quotidiano La Stampa)

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