Lupi confidenti, urbani e problematici

Lupi confidenti, che fare?

Lupi confidenti e problematici: il team di Canis Lupus Italicus cerca di fare chiarezza su termini e definizioni purtroppo usati spesso impropriamente.
Purtroppo ciò genera confusione su concetti invece fondamentali quando si parla di conservazione e gestione del lupo.
Con l’espansione naturale degli ultimi decenni, il lupo è ricomparso anche in aree collinari e di pianura, più densamente abitate.
In simili situazioni ovviamente aumentano anche le occasioni di avvistamento in contesti abitati.
Occorre però precisare che di per sé il fatto che un lupo frequenti aree abitate non indica che l’animale sia confidente.
I lupi possono avvicinarsi agli insediamenti umani, a volte anche alla luce del giorno.
Incontri ravvicinati con un’auto o eventi sporadici di avvistamento in particolari condizioni ambientali (ad esempio sopravento) sono naturali, e non sono sinonimo di perdita di diffidenza ed elusività.
I lupi hanno sempre frequentato paesi e centri abitati (specialmente di notte) in un paese ad elevata antropizzazione come l’Italia.
Case e centri abitati hanno sempre fatto parte del territorio di qualche branco di lupi, anche quando negli anni ’70 del secolo scorso la specie era stata relegata a contesti montani sull’Appennino centro-meridionale in seguito alla persecuzione dei decenni precedenti.
Dunque la presenza di lupi confidenti in contesti periurbani, non è affatto sinonimo di confidenza verso l’uomo.
I contesti periurbani, pur essendo più antropizzati presentano spesso aree naturali e risorse alimentari che rendono tali ambienti idonei alla presenza del lupo.
Esistono nuclei di lupo (studiati da anni) che pur vivendo in contesti rurali periurbani mostrano estrema diffidenza verso l’uomo, si muovono prevalentemente di notte e non hanno mai mostrato alcun segno di abituazione.
Ovviamente alcuni contesti periurbani possono però potenzialmente creare condizioni che facilitano l’insorgenza di comportamenti di abituazione e confidenza verso l’uomo.

Quando e come accade? E che cosa sono i lupi confidenti ?

È importante rispondere a tali domande per inquadrare il fenomeno, le sue cause e le possibili soluzioni.
Secondo la definizione del Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE), lupi confidenti sono animali fortemente abituati all’uomo, verso il quale non mostra timore, e che sono inclini ad avvicinarsi alle persone a piedi, ripetutamente, ad una distanza inferiore a 30 metri.
È importante a tal proposito ribadire che i lupi (come molte altre specie selvatiche) non percepiscono immediatamente mezzi motorizzati (auto, trattori, etc.) come pericolosi.
Dunque avvistamenti dalle auto di animali non particolarmente intimoriti anche a poche decine di metri non ricadono in queste casistiche.

Perché un lupo diventa confidente?

Perché ha subito un processo di abituazione, ovvero non associa più la presenza umana a un pericolo, spesso perché trova un rinforzo positivo nell’avvicinarsi a strutture umane o persone.

I lupi confidenti sono pericolosi?

È importante sottolineare che non necessariamente i lupi confidenti sono pericolosi per l’uomo.
Potenzialmente potrebbero esserlo vista la loro propensione a tollerare le persone anche a distanze molto ravvicinate.
Il fenomeno della confidenza mette in pericolo in primis l’animale, che si avvicina a contesti pericolosi, e può potenzialmente creare condizioni di allarmismo sociale e pericolo per le persone.
Inoltre, un animale confidente, che perde la sua naturale diffidenza verso l’uomo, diventa un pessimo ambasciatore per la sua specie.
Potenziali incidenti o situazioni critiche diverrebbero infatti facilmente strumentalizzabili da politica e organi di informazione, modificando l’immagine del lupo per l’opinione pubblica.
Lupi confidenti possono trasformarsi facilmente in individui problematici, quando ricercano attivamente e con frequenza elevata le persone e le interazioni con queste.
Generalmente questo avviene quando un lupo viene alimentato artificialmente e volontariamente da persone.
Il lupo è infatti un animale molto intelligente e adattabile, in grado di apprendere e modificare i suoi comportamenti. L’abituazione porta proprio a questo, a mutare le sue abitudini e azioni.
È molto importante quindi che l’uomo modifichi alcuni pratiche di comportamento, purtroppo ancora diffuse in alcuni contesti.
Tutto ciò al fine di evitare l’insorgenza di comportamenti di abituazione e confidenza che, come detto in precedenza, rappresentano un serio pericolo per l’accettazione sociale della specie e dunque per la sua conservazione.

Qui alcuni consigli su buone pratiche di comportamento che possono essere messe in atto per combattere questo fenomeno:

– smaltire correttamente i rifiuti organici, non lasciandoli a disposizione della fauna selvatica.

– smaltire correttamente le carcasse e le placente presso stalle e aziende agricole.

– non lasciare cibo a disposizione di cani e gatti durante le ore notturne, in modo da non attirare ulteriormente la fauna selvatica.

– non lasciare cani legati a catena o in cortili accessibili dall’esterno durante la notte.

– non alimentare volontariamente lupi (anche se rognosi o in difficoltà).

– segnalare la presenza di animali con comportamenti anomali (che si avvicinano attivamente a persone a distanze inferiori a 30 m) a Carabinieri Forestali o Enti Parco.

https://www.neveappennino.it/ (28/6/2022)

 

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