Il valico alpino di Annibale nella Seconda Guerra Punica

Nel 218 a.C., Annibale con una mossa a sorpresa, valicò le Alpi, dando inizio alla Seconda Guerra Punica sul suolo Italico.
Per molti secoli si sono avvicendate numerose ipotesi in merito al punto preciso in cui l’armata cartaginese, guidata dall’abile condottiero, abbia effettivamente realizzato il valico.
Secondo Tito Livio (XXI), sarebbe passato attraverso il Monginevro, mentre Polibio (III) predilige il Moncenisio e dello stesso avviso era anche Napoleone Bonaparte.
D’altronde Giulio Cesare Borgna (“Annibale attraverso le Alpi – Ricerca sul più probabile itinerario seguito dal Cartaginese”, Roma 1984) indica quale luogo più probabile il Monginevro, sostenuto in questa sua tesi anche da Gustav Faber (“Sulle orme di Annibale”,1988).
Nel 2016 è stata l’equipe guidata dal ricercatore Bill Mahaney, nell’ambito di una collaborazione accademica internazionale fra la Queen’s University di Belfast e la York University di Toronto, ha documentato una sensazionale scoperta: il considerevole ritrovamento di significativi resti di natura biologica, testimonierebbero infatti tale passaggio proprio in corrispondenza di Col de Traversette, in Francia, a circa 3000 metri di altitudine, eludendo l’attenta vigilanza lungo le principali vie d’accesso (Monginevro, Moncenisio, Piccolo San Bernardo).
La particolare scelta di un siffatto percorso impervio era sicuramente dettato dall’imprevedibilità dell’attacco e dal sapiente impiego di guide celtiche.
Adottando una strategia “blitzkrieg”, Annibale invade in questo modo la pianura padana, nell’estremo tentativo di provocare l’insurrezione delle tribù celtiche, al fine di ottenere cospicui rinforzi ed adeguati appoggi logistici, per poter affrontare lo scontro campale con le legioni romane, attraverso i capolavori tattici delle battaglie del Ticino, Trebbia, Trasimeno ed infine Canne, prima dell’inesorabile sconfitta di Zama nel territorio cartaginese.

Alessandro Rapallini

(Articolo tratto dal N° 20 del 19/06/2022 del settimanale “La Trebbia”)
(Immagine tratta da rivistanatura.com)

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