Il Mulino Spalla di Menconico, un gioiello da scoprire

Nel Comune di Menconico, l’unico mulino ad acqua ancora visibile è il mulino della Spalla, lungo il torrente Aronchio. Nonostante il cattivo stato di conservazione, ha ancora l’aspetto originario: la grossa ruota a fianco, e all’interno la struttura completa di tutti i macchinari che servivano per il funzionamento, la struttura del Mulino è cosi composta : al piano terreno oltre al mulino esiste anche una splendida cantina con struttura a “botte”, ed era usata per metà cantina e per metà porcilaia, da una scala interna al mulino e una scala esterna si accede al primo piano dove è situata la cucina con un piccolo vano dove venivano custodite le stoviglie, al piano superiore si trovano le camere da letto (due) e il solaio dove venivano custoditi, farina, frutta, formaggi e salami.

Le memorie che ho del Mulino mi sono state tramandate da mio papà e da mio nonno. Il mulino fu costruito ai primi del 1800 con materiale (sassi e sabbia) portato a spalla dal vicino torrente Aronchio da cui prenderebbe il nome “della spalla”. “Il Mulino fu costruito dai miei Avi i Rossi della frazione Ghiareto di Menconico. – racconta l’attuale proprietario Franco Rossi – Di seguito fu poi ceduto prima alla famiglia Sacco di San Sebastiano Curone (AL) che a sua volta lo cedette alla famiglia Bertorelli della frazione Bosco di Menconico, ritornò in possesso della mia famiglia per merito di mio nonno Rossi Pietro (1895-1980) e di mia nonna Chiapparoli Giuseppina (1898-1966) nell’anno 1928, mio nonno lo acquisto dalla famiglia Bertorelli, per accontentare mia nonna perché prima di sposarsi sia lei che la sua famiglia erano mugnai, nella frazione Traverse del Comune di Bobbio (PC) e da allora divenne il mulino di “Pedro e Pipina”, e lo tennero sempre aggiornato ai tempi, sostituendo le macine in sasso con le macine di graniglio fatte arrivare da Modane (Francia) e producendo elettricità in proprio, lo condussero fino al 1952 per poi cessarne l’attività”.

Il Mulino fu abitato dalla famiglia di Rossi Pietro con la moglie, il figlio Giovanni, la nuora Primina e i nipoti Franco, Norma e Ornella fino 1966, svolgendovi l’attività di contadini, ed è tuttora di proprietà del nipote Franco. Durante la Seconda Guerra Mondiale i miei nonni diedero cibo, beni di prima necessità e ristoro a chiunque ne avesse bisogno e senza mai chiedere nulla in cambio e mai hanno ricevuto torti o soprusi da chiunque.

Dopo la battaglia “dell’Aronchio” i miei nonni diedero assistenza e rifugio per molti mesi ad un giovane militare di leva che dopo 8 settembre del 1943 si era aggregato alle formazioni partigiane dell’Oltrepo Pavese, detto “l’alpino” di provenienza dalle valli bresciane, e braccato dai nazifascisti durante il rastrellamento ( i miei nonni mi raccontavano di avere corso un rischio tremendo, ma hanno dovuto perchè in lui vedevano il loro figlio che era guerra e cosi facendo gli hanno salvato la vita). Del Mulino della Spalla si trovano notizie sul Thesaurus Montanus e altre pubblicazioni edite dall’Università di Pavia. ( ma con riferimenti e notizie in parte errate).

https://www.oltrepolombardo.com (31/07/2021)

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