Le mascotte scelte per i Parchi liguri fanno storcere il naso agli avetani

Un cavallo di troppo da una parte, una Cabannina in meno dall’altra: un simbolo che fa discutere in un caso, una mascotte mancata (e assegnata ad altri) nell’altro caso.

Tutto per via della nuova strategia della Regione che da alcune settimane ha deciso di promuovere i Parchi della Liguria attraverso i propri canali social. Ma se da una parte la notizia è stata colta con soddisfazione nelle valli interne che da anni rivendicano una maggiore considerazione, dall’altra la scelta delle mascotte dei Parchi ora fa discutere tra valle Sturla e val d’Aveto. Motivo? La Cabannina, mucca a chilometro zero che pascola nell’Appennino ligure in particolare in val d’Aveto, a Cabanne (nome omen dicevano i latini), frazione di Rezzoaglio, è diventata la mascotte del Parco dell’Antola. Contestualmente il simbolo del Parco dell’Aveto diventa il cavallo inselvatichito che da queste parti è croce e delizia: gli equini sono un richiamo turistico, ma anche un problema perché alcuni branchi stazionano sulle strada (ad esempio sulla statale 586) e scorrazzano nei terreni privati. Da anni è così e una soluzione non è mai stata trovata.

La Regione – va detto – recentemente ha annunciato lo stanziamento di 800 mila euro per riuscire finalmente a trovare un equilibrio per la gestione di questi animali. Ma la scelta proprio del cavallo come simbolo del Parco, con la Cabannina finita altrove, non è piaciuta: «Ci sarebbe piaciuto vedere l’inizio delle strategie per il contenimento e la gestione dei cavalli invece che farli diventare la mascotte del Parco – dice Michele Ramazzotto, portavoce del comitato dei cittadini di Borzonasca nato proprio per seguire la vicenda . Che si crei un santuario dove possano vivere sereni e liberi, ma confinati. Ecco, a quel punto credo che nessuno avrebbe detto nulla». Ancora più diretto Marcello Roncoli, sindaco di Rezzoaglio: «La cosa curiosa è che a me era stato detto che il simbolo del Parco sarebbe stato il tritone, invece poi la scelta è cambiata e non ho capito perché. Alla Regione era stato detto chiaramente il cavallo sarebbe stato divisivo. I cavalli stanno arrivando anche in val d’Aveto e sono un problema. Sono felice che siano anche un richiamo turistico. Ma non devono essere un problema. La Cabannina? Il 23 luglio faremo la Giornata dedicata a questo animale che rappresenta il territorio. Il Parco dell’Antola è bellissimo, ma credo che avesse altri simboli più adatti».

La replica della Regione è affidata al vice presidente Alessandro Piana che sottolinea il valore di marketing dell’iniziativa al di là delle singole mascotte: «Sono state scelte per mostrare un simbolo strutturato, puntando sul fattore emozionale, per rendere il legame col territorio – spiega -. Il loro ruolo è catalizzare l’attenzione del target famiglia e dei bambini, incuriosendoli, ma anche di dimostrare peculiarità come nel caso dei cavalli dell’Aveto, che da problema di gestione della presenza sul territorio devono di diventare risorsa naturalistica, scientifica ma anche turistica. Continueremo a lavorare per raggiungere questo obiettivo».

Italo Vallebella

https://www.ilsecoloxix.it/ (22/07/2023)
(La fotografia del cavallo selvaggio è di Paola Molinari)

1 commento finora

Claudio Gnoli Pubblicato il07:42 - Giugno 29, 2023

Non capisco, magari per ignoranza mia, quale sia il problema concreto portato dai cavalli selvaggi attraversando un campo o una strada. In Lapponia è normale incontrare improvvisamente una renna: si rallenta e la si evita. Ringraziamo il cielo che c’è ancora qualche specie selvatica, e non prendiamo la SS 586 come una pista per moto… Chi vuole chiudere la natura in un “santuario” forse si troverebbe meglio a vivere in città.

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