Varzi è entrato ufficialmente nei “Borghi più belli d’Italia”

In sala consiliare si è svolta la cerimonia che ha visto entrare ufficialmente Varzi tra “I Borghi più Belli d’Italia”. Il presidente nazionale dell’associazione,  Fiorello  Primi, ha consegnato la bandiera, l’attestato e la spilla al sindaco e presidente della Provincia di Pavia, Giovanni Palli, alla presenza dei sindaci della Comunità montana e delle numerose associazioni di  volontariato    della capitale dell’alta Valle Staffora.

Dopo un lungo periodo di valutazione durato più di 2 anni, la città medievale di Varzi entra così a far parte dei 330 Borghi in Italia. 22 in Lombardia e 3 in provincia di Pavia (tutti in Comunità montana dell’Oltrepò) che possono fregiarsi del simbolo di una delle più importanti associazioni a livello nazionale. L’associazione de “I Borghi più belli d’Italia”, nata nel 2001 su impulso della Consulta del Turismo dell’Anci, è sorta dall’esigenza di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti.

«Abbiamo ricevuto la bandiera e l’attestato che certifica l’ingresso di Varzi nell’associazione “I Borghi più Belli d’Italia” – dichiara il sindaco Palli -. Siamo felici di essere riusciti a chiudere un percorso che ci permette di entrare in un circuito prestigioso che ci darà l’occasione di far conoscere ancora di più il nostro meraviglioso borgo e di avere ricadute importanti sul nostro indotto. E’ un grande risultato che deve rendere orgogliosi tutti i varzesi e una grande responsabilità che ci stimola ancora di più a migliorare e a lavorare per rendere ancora più bella Varzi», «Un’altra bella realtà è entrata a far parte della grande famiglia dei Borghi più belli d’Italia – ha detto il presidente Primi -.Un risultato che proietta Varzi in un contesto turistico nazionale e internazionale che contribuirà sicuramente alla crescita economica e sociale della sua comunità».

Alessandro Disperati

(Articolo tratto da “La Provincia Pavese”)

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