Un inno alla gioia di quanti in Valtrebbia si cimentano col piffero, la musa e la fisarmonica

Nostalgia canaglia. Parafrasando il titolo di una vecchia canzone del 1987, ci rendiamo conto che questo sentimento è tornato prepotentemente e tristemente d’attualità ora che viviamo pressoché ingessati da questa pandemia, che è un po’ un vivere a metà. Per noi figli e amanti della Val Trebbia, la nostalgia è una malattia ben radicata nell’anima, una patologia che ha sintomi duplici: ricordi ancora troppo ravvicinati per essere accantonati e desiderio impellente di rivivere quanto prima il recente passato, per ora relegato in un angolo della memoria. Quel passato fatto di luoghi, persone e abitudini che hanno accompagnato la nostra vita fin dalla prime luci dell’alba del nostro esistere.
La vita in Valle è fatta da una moltitudine di ingredienti, uno spaccato fatto da cose prioritarie e cose meno impegnative, ma che concorrono tutte a fare della nostra terra un pianeta davvero speciale: il tutto si riassume in un menù prelibato ed unico. La Valle, connubio dell’allegria emiliana, della cocciutaggine un po’ musona dei liguri, della vivace fantasia pavese e della saggezza silenziosa tutta alessandrina, ha nelle 4 provincie il suo arcobaleno di vita. Quattro Provincie che insieme concorrono a regalarci il meglio, quattro Regioni che si scontrano in pochi chilometri e diventano un tutt’uno che incornicia il Trebbia quale segmento guida.
Il nostro grande fiume, scriverebbe Guareschi, che maestoso e placido scivola imperioso verso la pianura disegnando cartoline meravigliosamente originali e uniche. La Valle ha sempre offerto l’eccellenza nel periodo estivo, quando sagre e feste di paese rallegravano le giornate, quando il piffero, la musa e la fisarmonica la facevano da padrona. Gente allegra, il ciel l’aiuta… che il cielo, ora, ci aiuti davvero!
Piffero, fisarmonica e musa, strumenti che hanno fatto, e ancora faranno, da colonna sonora al film della vita vissuta a cavallo dei nostri monti. Servirà ancora tempo, ma i tanti suonatori delle nostre 4 province ci aspettano con i vecchi spartiti e nuove melodie già pronte all’uso. Strumenti antichi, che hanno accompagnato la miseria e la fame, strumenti che sono stati allegri compagni di viaggio e hanno assistito, spettatori increduli, all’esplosione lenta ma progressiva, del progresso e alla rinascita dalle macerie, unica eredità palpabile della seconda grande guerra. Ma la loro storia è ben più antica… e torna indietro ben oltre il secondo conflitto mondiale.
Tanti gli strumentisti in Valle, in larga parte autodidatti, tutto cuore e passione: tanta voglia di regalare attimi di spensieratezza ed allegria. Sarebbe giusto citarli tutti, ma farei sicuramente torto a qualcuno nel dimenticarlo… e nessuno merita l’oscurità in questo circuito di vitalità e gioia di vivere.
La cosa più bella, è realizzare che sono tanti i giovani della Valle che si cimentano con il piffero, la musa e la fisarmonica: un inno rinnovato alla gioia e, perché no, alla tradizione. Strumenti e suonatori che hanno fatto la storia dei nostri paesi e hanno un pedigree degno di nota. Tra i tanti suonatori meritevoli di una citazione, ne voglio nominare due per tutti: diversi nella loro particolarità, ma con un unico comune denominatore: la passione per la musica che scorre nelle loro vene.
Marion Reinhard”La tedesca”
Marion Reinhard, dalla Germania con tanta passione… innamorata della Valle e della musica: miracolo della nostra terra capace di catalizzare l’attenzione di una donna che in fatto di pentagramma non è seconda a nessuno. La Tedesca, un impulso di contagioso feeling che trapela nella sua padronanza dello strumento.
Ettore Losini “Bani”
Ettore Losini pifferaio per antonomasia e costruttore di strumenti a fiato: un mito, unico ed impareggiabile, anima e cuore incastonati in mani che danno vita a questi strumenti particolari, “Bani” artista vero e completo, noto in Valle e non solo. I gioielli nascono e regalano suoni d’alta qualità solo se forgiati dal battito del cuore: Ettore Losini Bani: basta la parola…
Sarebbe facile fare un elenco dettagliato ed infinito di strumentisti della Valle, tutti primi attori e solo occasionalmente gregari per necessità e spirito di gruppo,ma il senso di queste righe è altro. Ricordare e preservare, ma soprattutto, guardare in avanti e preparare il nuovo che verrà, con un bagaglio di qualità e rispetto per il nostro passato. Il nuovo sarà ancora sull’onda del pentagramma… La Valle è anche questo. Sulle orme del memorabile Draghin, sul sentiero tracciato dal grande Tilion (Attilio Rocca) fino agli attualissimi Daniele Alborghetti, Gabriele Monteverde, Fabrizio Ferrari, Alessandro Losini, Davide Balletti, Andrea Fiorini, Stefano Valla, Daniele Scurati, Claudio Rolandi, Fabio Paveto e tanti altri…
Scaldiamo il motore! Musica sarà!

Giovanni Zanardi

(Articolo tratto dal N° 7 del 25/02/2021 del settimanale “La Trebbia”)

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