Romano Carubbi, noto impresario edile di Ottone, non è più tra noi.

Solenni e partecipati funerali si sono svolti nella parrocchiale di San Marziano di Ottone il giorno 23 marzo u.s.
Romano, un Amico. L’impresa Carubbi, attiva e apprezzata nell’edilizia piacentina già da un paio di generazioni, giunse a Ottone nella seconda metà del secolo scorso. L’Alta Val Trebbia era stata messa in ginocchio dal suo fiume. L’alluvione del 1953 aveva talmente devastato ampio territorio tra le sponde da provocare enormi danni; disagi prolungati e gravi. Seguirono anni impegnativi per tutta la popolazione che faticò a rialzarsi. Il ripristino della locale centralina elettrica, resa inagibile, addirittura isolata, tra fanghi, sabbie, detriti d’ogni genere e quasi nascosta alla vista, fu affidato all’impresa Carubbi. Romano, allora ventenne, venne a Ottone per tutto organizzare e sovrintendere. Nel frattempo, unitosi in matrimonio con la Sig.na Carla Devoti, nipote del fondatore e proprietario della suddetta Centrale Elettrica, Sig. Luigi (1886/1964), pose la residenza della sua nuova famiglia in paese, diventando fervente ottonese tra gli ottonesi. Seguirono oltre sessant’anni di preziosa e sapiente attività edilizia, non solo a Ottone e frazioni, ma anche nei Comuni circostanti.
Piazza della Vittoria, prestigiosa e vasta, completò la sua cornice urbana con la costruzione dei condominii, signorili ed eleganti, posti a levante del borgo. Furono tra i primi lavori di Romano e subito riscossero apprezzamento e lode.
Nel nostro capoluogo all’impresa Carubbi si deve la realizzazione del polo scolastico. Ai lati, settore scuola elementare e scuola media; avveniristica palestra mediana. Distinti uffici e segreteria del preside; del direttore didattico. Aule varie, complementari. Allora, ai tempi del sindaco Edilio Canevari (1909/1975), di felice memoria, gli alunni frequentanti superavano il centinaio, provenienti da Ottone, Cerignale e Zerba.

   

La generosità di quel sindaco ha sostenuto la ristrutturazione del palazzo Leopoldo Castelli, già sede di scuola materna, divenuto poi Casa di accoglienza per anziani. All’impresa Carubbi furono assegnati i lavori.
La chiesa parrocchiale di San Marziano (XVIIsec.), voluta dai feudatari, principi Doria Landi, è un meraviglioso gioiello in barocchetto ligure di alto pregio. Delicati lavori di manutenzione esterna alla facciata e al campanile, consistenti in applicazione di nuovo intonaco e colore, furono portati a termine dalla stessa impresa. Addirittura il colore originario fu recuperato da vecchie foto in bianco e nero, che macchine speciali hanno saputo tradurre negli sfumati pastelli di fine XVII secolo.
Mi raccontava Romano che la realizzazione delle impalcature intorno al campanile, era stata già in sé, impresa eroica, specie la parte intorno alla cuspide. Troppi e troppo impegnativi erano movimenti ed equilibri, evitando azioni temerarie, nel contempo, per la “sicurezza sul posto di lavoro” molto tempo prima che lo imponessero in modo energico le attuali specifiche Leggi. Non tutti, comunque, sarebbero saliti lassù, per primi, tra cielo, terra e venti improvvisi. Salirono, Romano, “il capo deve sempre essere esempio e sprone”, con l’aiutante Felice Castelli di Toveraia (1923/2011). Felice, un uomo che mai si sarebbe tirato indietro in qualsivoglia avventura, sebbene difficile e pericolosa. Né il buio della notte e le altezze vertiginose; né canicole estive e gelo acuto lo avrebbero spaventato.

Il Palazzo della nobile famiglia Carboni, realizzato nel Settecento dal conte genovese Luigi per gli svaghi di caccia e villeggiature piacevoli, fu riportato agli antichi splendori dagli interventi “filologici” compiuti dall’impresa Carubbi. Di certo si tratta del più bel palazzo del paese: non poteva che essere affidato a dirigenza e maestranze sensibili all’arte, adatte a trattare delicate applicazioni e rari virtuosismi architettonici.
Perfetti sono stati i lavori di manutenzione alla chiesa longobarda di San Bartolomeo al cimitero. Un manufatto di cui si hanno notizie a partire dal VII secolo, quale pertinenza del monastero di San Colombano di Bobbio. Più volte rimaneggiato è giunto fino a noi nello stile romanico rustico all’esterno; studiato romanico nel piano plebano, evolvente in rococò nel presbiterio. Integrazione di linguaggi sottili, per ragioni didattiche e didascaliche profonde, già in sé vibranti preghiere e sviluppi. L’impresa Carubbi ha restituito a quella chiesa a se stessa; alla fede, ai fruitori di storia e arte. La “pietas” che da sempre ne emana potente e tutti coinvolge benefica, risplende, commuove.
Similmente per i lavori di salvaguardia alla torre medievale, detta Paraso. Il Paraso (=Palazzo di Giustizia), opera dei marchesi Malaspina nel XII secolo è un monumento della civiltà medievale, giunto quasi intatto fino a noi. Espressione di bellezza e forza; simbolo e vanto del suo sottostante borgo

Ricordiamo, nel Comune di Rovegno, a Loco, delicate manutenzioni alla bella chiesa dedicata a N.S. della Guardia…
Sarebbe operazione troppo lunga elencare le opere edilizie firmate dall’impresa Carubbi; mi limito a evidenziare che moltissime nell’Ottonese lo sono. Romano è stato un imprenditore instancabile che ha creato occupazione, ridato slancio all’economia della zona; elevato l’estetica del nuovo, esaltato la qualità dell’antico. Dotato di capacità personali rilevanti e bene organizzato nelle procedure ha tradotto idee, aspettative, situazioni, in fatti ordinati e funzionali. I suoi collaboratori e dipendenti hanno offerto il meglio di sé sotto la sua guida chiara e onesta; rispettosa e gratificante.
Il suo nome è iscritto a pieno titolo nell’architettura e nell’urbanistica ottonese.

Attilio Carboni

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