Santo Stefano d’Aveto, rito della transumanza con un caldo estivo: in migliaia per seguirlo

Transumanza d’autunno, outfit di primavera. Altro che primi freddi e ritorno nelle stalle. Le mucche della val d’Aveto, quelle in particolare dell’azienda di Pietro Monteverde, ieri hanno lasciato i pascoli in un clima insolito. Certo, sugli alberi le foglie (quelle che sono rimaste) il verde lo hanno perso da un po’. Ma la transumanza di ieri è stata in maniche corte per molti, in una giornata di divertimento e relax, cose semplici e tradizioni antiche. Meglio così, probabilmente che con cielo grigio, pioggia e freddo come è successo altre volte. E comunque da queste parti non ci si fa troppi crucci sulle bizze del meteo. L’autunno, prima o dopo arriverà:«Effettivamente gli animali sarebbero potuti stare ancora fuori, ma ormai il meteo può cambiare da un giorno all’altro. E poi abbiamo la nostra tradizione da rispettare: tante gente ci sta aspettando». Parole e musica sono di Pietro Monteverde, l’ideatore della transumanza come evento da richiamo turistico, giusto poco prima di iniziare la breve salita che porta al monte di Mezzo e poi la veloce discesa verso Santo Stefano. A Torrio, dove le mucche sono state radunate dopo essere scese dal monte Crociglia, un buon numero di persone è arrivato nella prima mattinata. Qui c’è stata la colazione del contadino: latte, yogurt, ma anche formaggio, salumi e vino per un menù, volendo, anche da aperitivo anticipato. Qui Monteverde e suoi collaboratori hanno organizzato la mandria, “vestito” con i fiori alcune mucche e preparato il trasferimento. Pietro ha avuto anche il tempo di portare tra gli animali il figlioletto Guido, poco meno di due anni:«Non è la sua prima transumanza perché c’era già lo scorso anno – ha raccontato con un sorriso da papà affettuoso -. Ma in questa è più partecipe. Le mucche gli piacciono, ma anche tante altre cose della vita in montagna, ad esempio i trattori». Il clima bucolico ancora una volta è piaciuto ai tanti cittadini che sono saliti in val d’Aveto dalla costa oppure arrivati, valicando gli Appennini, dall’Emilia.

Tanti hanno seguito la discesa delle mucche, tantissimi si sono radunati in piazza dove in mattinata si è giocato anche al lancio del ballone di fieno. Poi il viale è stato sgomberato e quando le mucche sono arrivate è stato il solito grande successo, come se fosse l’arrivo di tappa del Giro d’Italia, in mezzo a due ali di folla. Non solo mucche però. Il corteo era aperto dai cavalli, poi ecco tanti figuranti con costumi antichi del gruppo sportivo di Allegrezze. Non sono mancati anche gli asinelli che tra l’altro, sabato, erano stati protagonisti di una piccola transumanza anticipata. Il loro padrone, Francesco Mazza, doveva spostarli da La Villa. E qui è nata l’idea: far vivere alle persone anche la transumanza degli asinelli:«È piaciuta – sorride Mazza -. In certi momenti abbiamo dovuto gestire più le tantissime persone che gli animali. Ci abbiamo messo anche di più rispetto al solito. Ma va bene così: se la gente ha voglia di vivere esperienze di questo tipo noi ci siamo».

Con la stessa filosofia Pietro Monteverde quasi vent’anni fa aveva ideato la transumanza per tutti che per oltre seicento persone si è conclusa alla bocciofila con il pranzo del contadino sotto la regia dello Sci Club:«Già un’altra volta l’avevamo fatta con un caldo anomalo come stavolta – ha ricordato . Ma in alcune occasioni l’abbiamo fatta anche con la neve. La data resta questa, l’ultima domenica di ottobre, al di là del meteo. L’anno prossimo arriveremo alla ventesima edizione. Qualcosa di diverso rispetto al solito? Ci penseremo. Ma l’idea resta sempre questa». —

Italo Vallebella

https://www.ilsecoloxix.it/(31/10/2022)
(Fotografia di Giacomo Turco)

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