Appennino Selvaggio

Alfredo Morosetti

Appennino Selvaggio

Sentieri segreti fra la magia di antiche pievi villaggi perduti ristori fuori dal tempo.

Editore: Dutch Communications & Editing

Questa guida offre pochissime informazioni, se con esse intendiamo indirizzi, indicazioni di ‘mirabilia’ da contemplare, elenchi di monumenti che non si può fare a meno di conoscere. Inoltre l’Editore, che ha le sue manie e un brutto carattere, non tollera l’uso di aggettivi e avverbi di uso consueto nelle principali testate giornalistiche, che hanno il vantaggio di semplificare fino alla banana la comunicazione. Ha pertanto vietato espressioni tipo ‘panorama mozzafiato’, ‘rigorosamente naturale’, ‘assolutamente incantevole’.
In compenso questa guida cerca di trasmettere, per quanto possibile, delle esperienze, per usare un termine dannunziano, fatto proprio negli anni ’60 dalla cultura underground, vibratili. Insomma si viaggia, si percepiscono delle vibrations, cioè delle botte di umore, ti vengono delle idee e, fra una curva e l’altra, fra un rigo e l’altro, cerchi di dare loro una forma che non le ammazzi.
Fra le perversioni che stanno annullando il nostro mondo, il turismo rappresenta una ridotta, ma significativa, perché generalizzata, confusione dell’anima. Il turismo si fonda sull’idea del consumo a rischio zero. Esattamente come l’acquisto delle scatolette al supermercato, dove troverete scritto come aprirle senza farvi male, come cucinarle per godervele fino in fondo, quale sarà la data di scadenza della commestibilità del contenuto affinché non vi venga il mal di pancia, e poi ci sarà anche tutta una sfilza di informazioni su vitamine, lipidi, proteine, carboidrati.
In genere la guida di un certo territorio è pensata nella stessa maniera di una scatoletta sullo scaffale di un supermercato e si propone di offrirvi tutta una serie informazioni affinché nulla possa farvi del male nel vostro vagare inutilmente da un posto all’altro.
Qui nulla di tutto questo. Nessuna informazione salvavita. I ristori e le osterie che vengono indicati, lo sono perché fanno parte dell’ambiente, perché sono parte della storia e della realtà del luogo.
Quanto poi al resto di cui si parla, ci sono torrenti, case di pietra, saliscendi, boschi. Ci sono le tracce di un mondo scomparso, la memoria di qualche volto che ha fatto storia, l’inquietudine che ci trasmettono ‘paesaggi mozzafiato’, l’emozione di scoprire angoli sperduti ‘assolutamente incantevoli’, il piacere di ritrovare antichi sapori ‘rigorosamente naturali’.

Lascia un commento