Gianni Rocca, il “basulon” di Ozzola, che lavora sette giorni su sette

Gianni Rocca, 61enne di Ozzola (nel comune di Marsaglia), è il più conosciuto “basulon” (capostipite dei venditori ambulanti). Gira i paesini dell’Appennino con un “supermercato” ambulante che ha di tutto: prodotti alimentari, frutta e verdura, dolci, salumi, vini, prodotti per la casa e quant’altro.
Il lavoro di Gianni era già del padre: «conosciuto da tutti con l’appellativo di “Vuston” – racconta lui – mi fa piacere che dopo tanti anni mi chiamino ancora con il suo nome». Era un agricoltore e allevatore, ma dal dopoguerra iniziò a girare a cavallo per vendere alimentari. Dopo il cavallo, il primo camion: il “mitico” 1100 Fiat. «Iniziai ad aiutarlo alla domenica, accompagnandolo a Castagnola e Cattaragna, in modo da far riposare mia madre che era sempre con lui. Spesso ci dava una mano anche uno zio».Nel 1976 la famiglia apre un bar a Ozzola. Poi la scomparsa del padre nell’84 costringe Gianni a farsi carico dell’attività. Da quel momento allarga il giro: una decina di paesi tra Santo Stefano e Rezzoaglio, con puntate nei pressi di Fontanigorda e Genova a portare un po’ di damigiane. Copre quasi tutto il ferrierese. Si spinge fino a Torrio, Boschi e Salsominore.
Il basulon di Ozzola lavora 7 giorni su 7. Vacanze? «Eh, ne ho fatte “poche poche”. Vacanza per me è stare un po’ in casa a riposare». Questo è il periodo dell’anno in cui la montagna è più spopolata: l’inverno. «D’estate c’è più gente e finisco di lavorare a notte fonda, comunque mi muovo tutti i giorni dell’anno». Una serie di colpi di clacson: «e’ arrivato “Vuston”» Il mestiere è uno dei più tosti, su e giù con un camion tra i paesini di Valtrebbia, Valnure e Valdaveto. «È la mia passione, quella della mia vita. Mi ero diplomato, potevo anche proseguire negli studi, ma mio padre mi chiese di continuare il mestiere. Sono contento di aver sempre fatto questo: il contatto con la gente dà grande soddisfazione, è un contatto umano che nei grandi supermercati si è perso. Le donne raccontato i piccoli e grandi problemi del quotidiano, mi chiedono se posso fare commissioni per loro, come passare in farmacia. E io le aiuto. I clienti si sono comportati sempre bene con me, alcuni mi aspettano nel loro paesino fino a tarda sera».
Quando arriva nei paesi ha l’abitudine di suonare il clacson. «Sì, lo faccio perché i residenti non sono obbligati a fare la spesa. Devono solo sapere che ci sono, che sono arrivato in paese. E non mi offendo se prendono le cose al supermercato. Io faccio il mio: cerco di stare al pari della concorrenza di un vero supermercato; mi procuro tanti prodotti e così, faccio anche tanti scarti. Il magazzino viene “aggiornato” sempre. Perché se chiamano, devo essere pronto ad esaudire le richieste. Ecco, un ambulante in città lavora diversamente, fa meno magazzino, la maggior parte della roba gliela comprano».
Il ristorante a Marsaglia “Due Valli” – gestito con la moglie – non dà le stesse sensazioni e soddisfazioni. «Ho più piacere a girare col camion, fare il commerciante in giro. Comunque anche al ristorante ho insegnato ai miei dipendenti ad accogliere i clienti a qualsiasi ora. Bisogna essere sempre pronti: non si può mandare via uno che ha fame alle 15 o alle 23, perché è tardi. Ci vuole elasticità e sacrificio: la clientela bisogna prenderla quando c’è».
Gianni si è concesso un’unica deroga: il ballabile di Marsaglia, di sua proprietà, ora fa solo liscio, prima era anche discoteca. «Ero alla cassa anche al “Faro del Trebbia”, ma la discoteca per i giovani finiva troppo tardi. Non riuscivo più a stare dietro al locale: però tutti i sabati si balla il liscio, anche quello è un “servizio sociale” eh…».È un peccato però vedere queste terre spopolarsi sempre più. «A Pertuso – conclude – una volta in estate dovevo recarmi sul posto con due camion. I paesi ora si ripopolano solo per due settimane ad agosto, neanche d’estate la gente viene più su tanto perché ha meno ferie e tempo libero».
Una montagna dimenticata da molti, soprattutto dalle istituzioni. «A noi imprenditori e commercianti c’hanno tassato e tartassato. Se guardassero alle fatiche e agli orari che facciamo…E ai comuni non danno le risorse per intervenire. Ci sono pochi voti qui e perciò interessa meno la montagna, i comuni si devono arrangiare». Mentre parla serve anche alcuni clienti: in quaranta minuti sono arrivati in diversi, in questo caso tutti dalla vicina Marsaglia. Ma hai ancora voglia di proseguire a fare il basulon? «Certo – esclama Gianni -, avanti così! Finché c’è qualche “vecchietta” da queste parti, io continuo».

Filippo Mulazzi

(Articolo tratto dal N° 6 del 14/02/2019 del settimanale “La Trebbia”)

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