Da Bardi, Bedonia, Borgotaro, Pontremoli si raggiungevano Bobbio, Varzi, Ferriere, Bettola

Era un tratturo la via che abitualmente percorrevano le mandrie e le greggi che dalle zone di Bardi, Bedonia, Borgotaro e Pontremoli venivano accompagnate dai nostri commercianti di bestiame sui mercati di Bobbio, Varzi, Ferriere, Pianello e Bettola.
Nei trasferimenti dei quadrupedi i “negozianti” si servivano della collaborazione dei mandriani, “i menavacche”.
Il più conosciuto fra quegli uomini, nessuno ne conosceva il vero nome, si faceva chiamare “Bedonia” perché con molta probabilità era nato in quel borgo che per l’appunto si chiama Bedonia in Provincia di Parma. Il “nostro” assomigliava come una goccia d’acqua al sergente Garcia che tutti abbiamo visto nei films di Zorro.
I mercati “principe” di bestiame della nostra zona erano il venerdì di ogni settimana quello di Varzi ed il sabato a Bobbio.
La distanza chilometrica fra le due cittadine é sempre stata attorno ai ventisette chilometri oggi indicata come S.0.461 R del Passo Penice.
I mezzi di locomozione erano rarissimi, funzionava il “cavallo di San Francesco” per tutti, i privilegiati andavano con i cavalli a quattro zampe. Lungo tutto il percorso a distanze quasi regolari si trovavano osterie, trattorie ed in molti casi anche stalle per il ricovero delle mandrie in transito.
Prima di lasciarsi alla spalle Bobbio l’ultimo sorso lo tracannavano alla Osteria della Fiera dove raccontano, la proprietaria la Signora Dina Guerci, cucinava i piatti tipici bobbiesi come ad esempio la trippa.
Uomini e mucche poi prendevano fiato e si dissetavano alla Valle dove funzionava l’osteria di Vittorio ed Eugenia Bersani. Avevano anche un piccolo negozietto e “la palt”, la tabaccheria.
A Vaccarezza, “la Regina” dell’osteria era Eugenia Ballerini che tutti chiamavano ed ancora oggi viene ricordata come “Balin”.
Poiché oltre all’osteria da mandare avanti c’era anche “la palta” l’ufficio postale ed il negozio, Balin si avvaleva dell’aiuto del marito “Carlin”.
La cantoniera del Passo Penice era anche l’alloggio della famiglia Buscaglia oltre a luogo di riparo dalle tormente che in inverno flagellavano il Passo ai turisti e viandanti.
L’Albergo Ristorante Buscaglia ha sempre avuto posto e pasti per tutti.
Ai tre Passi, la prima località abitata che si incontrava in Provincia di Pavia, l’ospitalità era garantita da Fiorentino e da sua moglie Albertina. Due splendide persone che di ospitare le persone ne avevano fatto una ragione di vita.
Prima di arrivare al foro boario di Varzi c’era ancora una sosta obbligatoria alla Giarola, Tino Draghi e Ada Bariani erano gli osti del luogo.
Oggi sul percorso Bobbio-Varzi, “il passante” può sostare ai Sassi Neri dove l’Albergo “Chalet della Volpe”, inserito in un importante circuito turistico, è meta di molti pullman di turisti.
Al Passo Penice il ristoro quotidiano oggi lo assicura solo il Ristorante “Lo Scarpone” gestito dal “guardiano” del Penice Aldo Mozzi. Aldo al Passo si è fatto le ossa e l’esperienza, oggi tranquillamente sa fare e stare con grande capacità in cucina vicino ai fornelli.
Se c’è da dare un colpo di mano in sala pranzo, pur non essendo di corporatura mingherlino, si destreggia fra tavoli, sedie e persone con una leggerezza e velocità impensabili. Ha un patrimonio di clienti che oltre ad essersi affezionati ai suoi piatti squisiti e genuini gli si sono affezionati anche personalmente.
Sul piazzale del Passo, inattivo da troppo tempo, c’è il fabbricato del fu Albergo Buscaglia con poca fortuna ribattezzato “Replica”.
Un altro fiore all’occhiello della Bobbio di un tempo, dunque, che fu e che come diversi altri c’è da augurarsi possano riprendere l’antico splendore.
Per adesso lunga vita ad Aldo e buoni affari a premiarlo di un servizio veramente primario e indispensabile anche per le altre attività che gli fanno corollario.

Pier Luigi Troglio

(Articolo tratto dal N° 24 del 24/06/2010 del settimanale “La Trebbia”)

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