Zavattarello entra nel club dei “Borghi più belli d’Italia”

Cosa abbiamo dietro il Penice? Noi di Bobbio siamo piuttosto “nazio­nalisti” e mostriamo poco interesse per le cose degli altri. Ma mi pare molto interessante confrontare la realtà della Val Trebbia e quella esistente sull’altro versante in Valle Staffora, nell’Oltrepò Pavese.
A 27 chilometri da Bobbio c’è Varzi. I due centri sono sempre stati legati dai molteplici scambi commerciali set­timanalmente collegati con il mercato del venerdì a Varzi ed il sabato a Bobbio. Buoi, mucche, vitelli, cavalli, pecore e ogni altro tipo di animale venivano commerciati. Varzi ha un moderno ed efficiente Ospedale, ci sono ancora alcuni reparti della Zincor, l’azienda del compianto Senatore Lavezzari che produce laminati per le industrie degli elettrodomestici. E’ doveroso ricordare che il Senatore Lavezzari in una sua visita a Bobbio, fatta ad hoc avrebbe deside­rato coinvolgere anche la nostra città in qualcuna delle sue molteplici atti­vità, ma ahimè non trovò da noi nessuno interessato (anni ’80).
Ad una ventina di chilo­metri da Varzi, troviamo Salice Terme, Rivanazzano, San Francesco, in tutte tre le località sono vive e vegete le attività termali. L’agricoltura, frutteti e vigneti soprat­tutto, hanno contenuto l’emigrazione i paesi danno ancora l’impres­sione di vitalità e di un attivismo generalizzato. A qualche decina di chilometri da Bobbio c’è anche una piccola realtà: Zavattarello.
Recentemente questo antico borgo è entrato a fare parte di un Club molto esclusivo: “I Borghi più belli d’Italia”. La chiave per entrarvi è nelle mani di Ispettori dell’A.N.C.I (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) che arri­vano alla chetichella nella località da esaminare, vi soggiornano un breve periodo e quindi stilano la sentenza: ammesso o respinto.
Zavattarello è un bel centro medioevale, domi­nato dalla fortezza dai Conti Dal Verme messa lì quasi a vigilare sulle vallate del Morcione e del Tidone. L’ammissione al “Club dei Borghi più belli d’Italia” non potè essere negata a Zavatta­rello poiché aveva tutti i requisiti rigorosamente richiesti. La qualità della vita é eccezionale, non esistono infissi in alluminio, non ci sono fili aerei di nessun tipo, non si vedono parabole televisive, assolutamente impossibile parcheggiare in modo selvaggio vietato l’asfalto, nessuna luce o insegna al neon.
Un’altra peculiarità di Zavattarello è la virtuo­sità del Comune. Il Sin­daco che regge da molte legislature l’Amministra­zione Comunale è il Prof. Carlo Romagnese, legato alla nostra Città per lungo tempo anche per motivi di studio. I conti Comunali pare siano in ordine, tanto da avere anche un avanzo di bilancio. Ci sono la scuola Materna e le Medie con un servizio di scuolabus gratuito.
I servizi comunali sono tutti gestiti dall’Ammini­strazione Comunale: c’è una efficiente e moderna Casa Protetta con un attivo annuo di 100mila euro. Qualcuno potrebbe obiettare come mai scrivere di Zavattarello.
L’idea é venuta leggendo un articolo apparso sul settimanale “Famiglia Cristiana”. Conoscendo il Sindaco Romagnese, ma soprattutto pensando che se anche noi fossimo rima­sti nel 1923 nella Regione Lombardia come ostinatamente fecero gli abitanti di Zavattarello, forse, dico forse, il nostro presente sarebbe stato diverso.
Il realismo, l’efficienti­smo lombardo avrebbe certamente, sempre a mio avviso, valorizzato e sfrut­tato al meglio le potenzia­lità, le ricchezze storico-culturali di Bobbio e di tutto il suo territorio.
Se non ci fossimo o meglio se non ci avessero staccato dalla Lombardia non avremmo pensato per trenta e più anni alla statale 45 ed al suo ammo­dernamento, avremmo chiesto e probabilmente ottenuto un tunnel che a Santa Maria di Bobbio dopo cinque o sei chilo­metri sarebbe sbucato a Menconico e di li giù nella pianura padana, nel cuore pulsante dell’Italia, dove si fanno tante parole, ma che i fatti poi suffragano. Utopie, fantasie alla Giulio Verne? Credo di no, la fantasia é stata in molte situazioni più utile e costruttiva dell’ovvio e della eccessiva pondera­tezza.

Pierluigi Troglio

(Articolo tratto dal N° 18 del 13/05/2004 del settimanale La Trebbia)
(Fotografia di Daniele Marioli)

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