Varzi: Un gioiello medievale tra le colline dell’Oltrepò Pavese

Varzi, borgo incastonato nel cuore dell’Oltrepò Pavese, non è solo un luogo antico, ma un vero e proprio tesoro da scoprire. Riconosciuto recentemente come uno de “I Borghi più belli d’Italia”, Varzi conquista per il suo fascino senza tempo.
Perdersi tra le sue strette e suggestive vie acciottolate è come compiere un viaggio a ritroso nel tempo. I bassi portici, le botteghe artigiane che profumano di storia e tradizione, i terrazzini fioriti e i portali antichi creano un’atmosfera magica che avvolge ogni visitatore.

Un borgo ricco di storia e cultura
La storia di Varzi è strettamente legata a quella dei Malaspina, i marchesi che dominarono la zona per secoli. Il borgo era un crocevia fondamentale sulla Via del Sale, un percorso che collegava la Liguria alla pianura Padana e lungo il quale transitavano merci di ogni tipo.
L’asse principale del borgo è Via di Dentro, dominata dalle torri Soprana e Sottana. Un tempo cuore pulsante del paese, qui si trovavano gli uffici principali, le dimore delle famiglie più importanti e si svolgevano le attività pubbliche.

Da non perdere:

  • Le chiese: La Chiesa dei Rossi, fondata dalla confraternita della SS. Trinità, e la Chiesa dei Bianchi, caratterizzata dalla sua forma a quadrifoglio.
  • I portici: Sotto i quali si riparavano le carovane di muli carichi di mercanzie che transitavano sulla Via del Sale.

 

 

 

 

 

  • Il castello di Varzi: Ancora di proprietà degli eredi dei Malaspina, vanta una torre risalente al XII-XIII secolo e offre un panorama mozzafiato.
  • La Torre delle Streghe: Qui, nel 1460, vennero imprigionate e poi bruciate 25 donne accusate di stregoneria.

Varzi: Tra Celti, Longobardi e Malaspina, un borgo ricco di storia

La storia di Varzi, borgo incastonato nella Valle Staffora, si intreccia indissolubilmente con quella dell’Oltrepò Pavese, un territorio plasmato da dominazioni e popoli differenti.
Le origini e le invasioni:
Le prime tracce di insediamenti umani a Varzi risalgono al VI-V secolo a.C., epoca in cui la zona era abitata dai Liguri. La loro tenacia fu messa alla prova dall’arrivo dei Celti, provenienti dalla Francia, che si insediarono nell’Italia settentrionale dopo aspre battaglie. Da questo connubio nacque il popolo celto-ligure, che popolò anche la Valle Staffora.
Romani, barbari e Longobardi:
La romanizzazione dell’intera Pianura Padana (III-II secolo a.C.) non risparmiò Varzi. Il borgo si piegò al dominio di Roma, resistendo strenuamente alle legioni, ma cedendo infine. I secoli successivi videro l’Italia invasa da popoli provenienti dal Nord Europa: Visigoti, Ostrogoti e Unni misero a ferro e fuoco l’Oltrepò e la Valle Staffora, distruggendo città come Pavia e Voghera.
L’epopea dei Malaspina e il Medioevo:
Un nuovo capitolo si aprì con l’arrivo dei Longobardi nel 568 d.C. Dopo una resistenza di circa 80 anni, i Liguri cedettero anche a loro. Pavia divenne la capitale del nuovo regno longobardo.
Fu durante il Medioevo, periodo spesso definito “secoli bui”, che Varzi visse la sua epoca d’oro. Nel X secolo, la famiglia Malaspina, che controllava un vasto territorio appenninico tra la Lunigiana e la Pianura Padana, si insediò nel castello di Auramala (Oramala).
Un momento cruciale arrivò nel 1275: Varzi divenne sede di marchesato, con un territorio che si estendeva da Bagnaria all’alta Val Trebbia, Borbera e Curone. Da piccolo borgo, si trasformò in un centro di notevole importanza.
Tra Visconti, Sforza e Malaspina decaduti:
La fine del XIV secolo vide Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, interessarsi alle “oasi” amministrative della Valle Staffora. Per Varzi iniziò un periodo incerto, segnato da lotte interne e scissioni. Il feudo passò prima ai Dal Verme, poi agli Sforza, subentrati ai Visconti a Milano. I Malaspina di Varzi, indeboliti dalle lotte interne, persero progressivamente potere e influenza. Nel 1369, il ramo di Varzi subì un’ennesima scissione.
Un “paradiso fiscale” fino all’arrivo di Napoleone:
Nei secoli successivi, fino al 1797, quando Napoleone soppresse i feudi con il suo editto e li annesse alla Repubblica Cisalpina, Varzi assunse le caratteristiche di un “paradiso fiscale”.
Un patrimonio da scoprire:
Oggi, Varzi conserva le tracce del suo ricco passato, con il castello medievale, le chiese storiche e i palazzi signorili. Un borgo da scoprire, ricco di storia, cultura e fascino, immerso nella bellezza suggestiva della Valle Staffora.

La Pieve di Varzi: un viaggio attraverso i secoli

Tra le colline dell’Oltrepò Pavese, nella Valle Staffora, sorge la Pieve di Varzi, un luogo carico di storia e spiritualità che affonda le sue radici nei secoli bui del Medioevo.
Una storia millenaria:
La prima Pieve di Varzi risale a un’epoca imprecisata, probabilmente non molto dopo la morte di San Germano, vescovo di Auxerre, avvenuta nel 448 d.C. a Ravenna. Nel 702 d.C., la sua esistenza era già documentata dal cronista Marciano Ambrogio.
Verso la fine del XII secolo, l’antico edificio venne sostituito dall’attuale chiesa dedicata a San Germano, costruita sul luogo della pieve originaria. Abbandonata per un periodo, la chiesa riprese vita nel 1623 con l’arrivo dei Cappuccini.
I Cappuccini e la loro opera:
Per 180 anni, i frati Cappuccini vissero nella chiesa e nel convento annesso, dedicandosi alla preghiera, all’apostolato e alla carità, soprattutto durante le numerose pestilenze che colpirono la zona. La loro attività monastica ebbe un profondo impatto sulla comunità locale, offrendo sostegno spirituale e materiale a chi ne aveva bisogno.
Tra soppressione e riscatto:
Nel 1802, con l’arrivo di Napoleone, il convento e la chiesa subirono un duro colpo: vennero soppressi e venduti ai contadini. Sembrava la fine per questo luogo sacro, ma nel 1903 i Cappuccini riuscirono a riscattare il convento e a riconsacrare la chiesa.
Un gioiello restaurato:
Nel corso del XX secolo, la Pieve di Varzi ha subito numerosi lavori di restauro, volti a preservarne il fascino e la bellezza. Oggi, la chiesa si presenta in tutto il suo splendore, pronta ad accogliere i visitatori e a raccontare loro la sua storia millenaria.

Sua Maestà il Salame di Varzi: un gioiello gastronomico dell’Oltrepò Pavese

Tra le colline dell’Oltrepò Pavese, nella Valle Staffora e lungo i torrenti affluenti, regna indiscusso un sovrano dal gusto inconfondibile: il Salame di Varzi DOP. Un prodotto d’eccellenza che non solo rappresenta il fiore all’occhiello della norcineria italiana, ma racchiude in sé la storia, la tradizione e la passione di un territorio unico.
Un’identità che affonda le radici nel tempo
Le origini del Salame di Varzi si perdono nella notte dei tempi, risalendo addirittura ai Longobardi. Da allora, la sua ricetta è stata tramandata di generazione in generazione, preservando segreti e peculiarità che lo rendono inimitabile.
Un gusto che conquista
Ciò che rende speciale il Salame di Varzi è la sua grana grossa, ottenuta da una selezione accurata dei tagli di carne suina più pregiati, tra cui prosciutti, coppe e lonze. Questa caratteristica, unita a una stagionatura attenta e minuziosa, regala al palato un’esplosione di sapori intensi e raffinati.
Un aroma inconfondibile
Profumi speziati, lievi sentori di muffa, fragranza di crosta di pane, aromi erbacei di legno verde e perfino di mimosa: il Salame di Varzi seduce l’olfatto con un bouquet olfattivo complesso e inebriante. Un aroma fragrante, netto ma al tempo stesso delicato, in cui talvolta si distingue il sentore dell’infuso di vino rosso e dell’aglio, sapientemente dosati dal mastro norcino.
Un’esperienza sensoriale unica
Ogni morso del Salame di Varzi è un viaggio sensoriale indimenticabile. La consistenza morbida e compatta si scioglie in bocca, lasciando spazio a un trionfo di sapori intensi e persistenti. Un’armonia perfetta tra dolce e salato, con note speziate che esaltano la qualità delle carni selezionate.
Un prodotto DOP che tutela la tradizione
Il Salame di Varzi vanta il prestigioso marchio DOP, a tutela della sua unicità e del legame profondo con il territorio di produzione. Un riconoscimento che premia la passione e l’impegno dei produttori locali, custodi di una tradizione secolare tramandata con dedizione e sapienza.
Un gioiello da assaporare
Che sia gustato da solo, come antipasto o protagonista di un tagliere di salumi e formaggi, il Salame di Varzi è un vero e proprio gioiello gastronomico da non perdere. Un’esperienza di gusto autentica e raffinata che conquista i palati più esigenti, regalando un pezzo di storia e tradizione dell’Oltrepò Pavese.

2 commenti

Gigi Pubblicato il15:15 - Maggio 9, 2024

Un articolo molto bello sulla storia della nostra citta è un riconoscimento della qualità del nostro salame!

    admin Pubblicato il11:10 - Maggio 13, 2024

    Grazie! Siamo felici che l’articolo le sia piaciuto.

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