Colli Verdi, con la fusione più opportunità per la popolazione

Oltre la diga del Molato, appena sul confine tra Emilia-Romagna e Lombardia, vive un agglomerato di paesi che da qualche anno si sta abituando a una nuova organizzazione. I tre piccoli centri di Canevino, Ruino e Valverde (gli ultimi due appartenenti alla diocesi di Piacenza-Bobbio) si sono uniti nell’unico Comune di Colli Verdi, legato alla provincia di Pavia: un’unica comunità di 1100 abitanti, per una superficie di 50 chilometri quadrati.
Un forte spopolamento
Giovanni Andrini, ultimo sindaco di Valverde e ora in Consiglio comunale, racconta l’origine di questa decisione. “Avevamo già da tempo avviato un percorso di unione tra questi tre Comuni: per dieci anni abbiamo collaborato, ma mantenendo comunque le tre gestioni separate: Valverde, Canevino e Ruino erano indipendenti per una serie di servizi mentre altri, come la scuola e la relativa rete di trasporti, erano gestiti insieme. Con una notevole complicazione: il nostro è un ambiente di collina che presenta vari problemi da gestire, tra cui uno spopolamento forte e continuo, fin dal Dopoguerra. Gli abitanti sono in calo, le risorse scarseggiano e i servizi diminuiscono: le famiglie non si fermano qui perché, a parte agricoltura e turismo, non ci sono molte opportunità”.
La divisione, un fattore negativo
In questa situazione difficile, l’unione era una buona strada, ma alla lunga sembrava non essere più sufficiente. Bisognava passare dall’unione alla fusione, accorpando definitivamente i tre centri in uno solo: «La nostra frammentazione era un fattore negativo: unendoci avremmo avuto più peso, più opportunità e una voce più forte con cui far sentire i nostri bisogni. Quando un comune arriva a una soglia minima di popolazione, diventa impossibile da gestire, e inoltre lo Stato premia i progetti di fusione con fondi e risorse in più: bisognava decidere per un’organizzazione unica».
Il referendum
Dopo le proposte, è stato fatto un referendum e la popolazione ha concordato per la creazione di un unico Comune. “«Fusione» vuol dire andare oltre, riuscire a radunare le organizzazioni esistenti e già abituate a collaborare, accorpando il personale di Municipi diversi. Gli anni precedenti del percorso di unione, con la collaborazione stabile e quotidiana tra i Comuni, ha reso molto più semplice questo passaggio.
Il Comune – prosegue Andrini – ora ha un bilancio diverso, può permettersi di fare investimenti e ha un’organizzazione più strutturata ed efficiente: si ottimizzano le attività del personale dando loro la possibilità di crescere dal punto di vista professionale, e i fondi statali ci consentono anche di fornire ai cittadini servizi più efficaci e di qualità”. “La nuova organizzazione funziona come una grande città: i Comuni precedenti sono stati mantenuti, diventando frazioni di Colli Verdi. Restano ancora tre comunità distinte, al di là della gestione amministrativa. I servizi infatti sono concentrati nella sede centrale a Ruino, ma le tre frazioni mantengono il loro municipio e i loro uffici restano aperti: con una logica un po’ diversa, gli stessi servizi rimangono tuttora ben diffusi sul territorio, ancora vicini alla popolazione”.
La fusione
La fusione è stata ufficializzata il 31 dicembre 2018, così da arrivare alla scadenza elettorale del 2019 con la chiusura dei tre Comuni separati e l’istituzione di Colli Verdi, anche grazie alla collaborazione di un commissario esterno. Si sono poi tenute le elezioni a maggio, che hanno scelto come nuovo sindaco Sergio Lodigiani. Questo nuovo delicato equilibrio, accentuato dalla scarsa popolazione di questi paesi e dal loro essere una zona di confine, sembra ora dare i suoi frutti: “il nuovo Comune funziona bene. Dal mio attuale punto di vista di osservatore – conclude Andrini – mi auguro che si riesca davvero ad andare oltre le tre vecchie comunità, per cercare di metabolizzare a fondo questo nuovo modello di cittadinanza e cominciare a vivere davvero come un’unica comunità allargata. Forse mancano ora alcune attività che possano unire le persone sfruttando le peculiarità delle varie frazioni, ma con il tempo i risultati arriveranno. Per ora, il bilancio è positivo. Mettersi a lavorare insieme è sempre una cosa buona: uno più uno non fa due ma molto di più, perché fare squadra può solo dare buoni risultati”.

Paolo Prazzoli

(Articolo tratto dal N° 18 del 26/05/2022 del settimanale “La Trebbia”)

 

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