La ricostituzione della Diocesi di Bobbio dopo la soppressione napoleonica

Duecento anni fa, il 17 luglio 1817, Pio VII emanava la bolla “Beati Petri” con cui rimetteva ordine nelle diocesi che erano state forzatamente modificate nel 1803, quando Napoleone, non riuscendo a “estirpare” la religione dal cuore dei suoi sudditi come la prima fase rivoluzionaria aveva preteso di fare, tentò di asservire la Chiesa alle sue ambizioni.
In questa prospettiva si pone anche la revisione delle Diocesi. Bobbio, che proprio in quell’anno era stata privata del suo pastore con la morte del vescovo Carlo Nicola Maria Fabi, assiste alla soppressione della diocesi e del monastero. La diocesi viene aggregata ad Alessandria e poi, dal 1805, a Casale Monferrato. Vescovo di Casale è il francese Giovanni Crisostomo Villaret fino ad allora vescovo di Amiens, molto vicino a Napoleone. Va detto che di fatto l’ex diocesi continua a vivere come prima, governata dal vicario generale nel disinteresse del Villaret che ha l’unica attenzione di compiacere l’imperatore.
La Bolla di Pio VII riporta le sedi vescovili soppresse, tra cui Bobbio, alla loro piena autonomia. Nella stessa bolla il Pontefice sottolinea come questo nuovo assetto territoriale delle diocesi è implorato “vehementer” dal Re di Sardegna Vittorio Emanuele I per la “sua religione e pietà”.
Non si tratterà tuttavia di un ritorno alla situazione precedente l’occupazione militare francese, ma di un vero e proprio riassetto delle diocesi sabaude, dove l’intelligenza pastorale a volte dovrà anche cedere alla ragion di Stato.
I nuovi confini della Diocesi
Dal 17 luglio 1817 la ricostituzione diventa effettiva e il 23 novembre dello stesso anno, nella festa di San Colombano, la Bolla pontificia è solennemente proclamata in cattedrale dal vicario apostolico France­sco Carnevale. Recuperata l’antica autonomia Bobbio accoglierà pochi mesi dopo il nuovo pastore: Isaia Volpi, genovese, già procuratore generale dell’ordine dei Minori cappuccini.
Tuttavia il territorio dio­cesano muterà rispetto al 1803: Bobbio ottiene da Tortona: Ottone, Rovegno, Allegrezze, Alpepiana, Cabanne, Canale, Cariseto, Casanova, Cerignale, Fontanigorda, Orezzoli, Priosa, Rezzoaglio e Zerba. In Valle Staffora diventano tortonesi a scapito della diocesi di Bobbio: Oramala, Valdinizza e Zavattarello.
Chi volesse leggersi il testo integrale della Bolla “Beati Petri” lo può trovare su “Bullarii Romani continuatio, XIV, Roma 1849 pp, 344-358”.

(Articolo tratto dal N° 38 del 23/11/2017 del settimanale “La Trebbia”)

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