Carrega Ligure, il piccolo paese che resiste anche grazie alla biblioteca

La sede dell’amministrazione comunale di Carrega Ligure è molto piccola: un stanza funge da ufficio per l’unica impiegata del Comune e da sala per le riunioni del consiglio comunale. Un’altra stanza funge da archivio e una da seggio quando ci sono le elezioni.
Lo spazio non è molto, e ancor ameno sono le risorse a disposizione di Carrega, uno dei comuni più piccoli, in termini di popolazione, dell’intera nazione.
Da pochi mesi questo comune, composto da 18 frazioni di cui tre abbandonate (i cosiddetti villaggi fantasma della val Borbera) ha un nuovo sindaco. Marco Guerrini, 30enne ricercatore universitario, è stato eletto con una percentuale che un tempo si sarebbe detta bulgara: oltre l’80 per cento delle preferenze. Il nuovo sindaco abita a Connio, una delle frazioni, e per ora fa l’amministratore a tempo pieno: il Comune è piccolo ma i problemi sono tanti.
Abbiamo incontrato Marco poco dopo la sua elezione, nella sede del Comune. È alle prese con il bilancio, cerca di far quadrare i conti come tanti sindaci italiani. Ma si occupa anche delle piccole cose, come l’avvio del servizio di biblioteca. Carrega e le sue frazioni contano solo 76 abitanti, ma d’estate sono in molti a tornare su e a riaprire le case dei nonni, da Novi o da Genova. La valle si rianima, e il sindaco ha deciso di adibire il locale ad uso seggio a piccola biblioteca, grazie alle donazioni di libri da parte dei cittadini. La piccola biblioteca sta crescendo piano piano, e chi volesse donare può contattare il Comune.
Per cercare di reperire risorse da investire sul territorio, la nuova amministrazione ha deciso di vendere l’immobile che un tempo ospitava la scuola di Connio: la base d’asta è di 14 mila euro, chi è interessato si faccia avanti.
Uno dei problemi è che le comunità montane sono state abolite, e programmare il territorio su area vasta è diventato molto più difficile. L’idea è quella di creare un consorzio dei comuni della val Borbera, ma non sarà facile nell’Italia dei campanili.
Guerrini è un giovane, ma è saldamente legato alle tradizioni locali. Ad esempio quella dei pifferi, della musica delle “quattro province” (l’alta valle confina con le provincie di Genova, Alessandria, Pavia e Piacenza) e delle sue danze tradizionali.
La tradizione dei “pifferi” prevede che uno o più suonatori si rechino di casa in casa, di cascina in cascina, e in ogni aia si balla, si mangia e si beve del buon vino. Una festa itinerante che un tempo serviva per suggellare fidanzamenti e matrimoni, e che dopo anni di bassa fortuna sta tornando grazie a tanti giovani che si sono riappassionati delle tradizioni dei loro antenati e si sono messi di impegno per imparare a ballare la giga e le altre danze della tradizione.
Il 21 agosto, a Vegni, si è svolta la tradizionale festa dei pifferi: senza tanta pubblicità, come si fa da queste parti, ma con centinaia di persone, tanti giovani e il sindaco in prima fila, a ballare e suonare. Perché le radici, se non ci sono, non te le puoi inventare. Ma se ci sono, sono forti e durature.

Andrea Vignoli – redazione@ilnovese.info

http://novionline.alessandrianews.it (10/09/2015)
(Fotografia di Giacomo Turco)

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