Fascia: un piccolo paese, una grande storia

Quando il caldo estivo diventa insopportabile e non si può trovare refrigerio né in pianura, né nella prima collina, si pensa subito al mare… oppure alla montagna, magari quella che “sta sopra il mare”, il Monte Antola, “la montagna dei genovesi”. Per arrivarvi vi consigliamo di percorrere l’autostrada fino a Vignole Borbera, imboccare la strada della Val Borbera e cominciare a salire lungo i tornanti che costeggiano il fiume che scorre silenzioso in fondo alle gole.
Una volta giunti a Carrega Ligure, seguite la strada in mezzo alle faggete che sale a Capanne del Romano, a quota 1407 metri. L’Antola si staglia maestoso davanti ai vostri occhi e intorno vi è una schiera di monti a fargli da corona e sullo sfondo, in presenza di cielo terso, appare il mare di Genova.
Siamo al vertice del Genovesato, nel comune di Fascia, il più alto della Regione ligure, con i suoi 1.118 metri, esattamente dove si incontrano Liguria, Piemonte, Emilia e Lombardia.
Questo comune oltre al primato dell’altezza, vanta anche quello di essere tra i più piccoli della regione, con solo 120 abitanti, che tornano soprattutto d’estate, e poi di essere stato la capitale della Resistenza, di essere la “patria del raviolo” e, dal 2010, di ospitare il più grande Osservatorio Astronomico della Regione.
Si estende sulla sponda sinistra del Torrente Cassingheno e comprende anche le frazioni di Carpeneto, sede del Municipio, di Cassingheno e di Bienaschi, sulle rive del fiume Trebbia.
Durante la lotta di Liberazione divenne un centro molto importante dal punto di vista strategico – militare e politico. Vi si formarono alcuni tra i primi nuclei partigiani, guidati da Aldo Gastaldi, nome di battaglia Bisagno, il maggior esponente del Comitato di Liberazione Nazionale, operante a Genova, al quale è stato attribuito il titolo di “Primo Partigiano d’Italia”. Entrando in paese, si incontra subito il monumento che il Comune ha voluto dedicare alla sua memoria e a quella dei partigiani che morirono su questi monti.
Proprio Bisagno era solito affermare “Quanto è bella l’estate a Fascia” e la sua affermazione trovava il sostegno dell’amico e compagno Paolo Emilio Taviani, al quale è dedicata la piazza su cui sorge il monumento.
Il genovese Taviani è stato un politico, storico ed economista italiano, medaglia d’oro della Resistenza, uno dei capi del Movimento Partigiano in Liguria. Membro della Consulta Nazionale e dell’Assemblea Costituente, poi del Parlamento Italiano dal 1948 fino alla morte, avvenuta nel 2001. Fu più volte ministro e fu tra i maggiori esponenti della Democrazia Cristiana.
Parlando di Fascia, di cui fu anche cittadino onorario e sindaco dal 1970 al 1973, diceva “è uno dei rari lembi della Liguria dove il profumo del faggio rimpiazza quello del castagno. .. esaltante il profumo, splendidi i prati e i boschi, il grande silenzio dei monti e delle valli che qui sembrano convergere da ogni lato”. Oggi a guidare questa piccola comunità, con passione e dedizione, c’è l’avvocato Elvio Varni, discepolo di Taviani e suo primo successore, che si può incontrare tra le stradine del paese, sotto un balcone fiorito di una delle antiche case perfettamente restaurate, nella piccola piazza vicino all’edicola della Madonna o davanti alla parrocchiale. La chiesa, elevata a parrocchia nel 1647, è intitolata alla Santissima Annunziata ed è situata nel centro del paese. Alcuni documenti attestano la sua presenza nel XVII secolo e i primi ampliamenti si attuarono nel corso del XIX secolo. Conserva una bella e artistica statua dell’Annunziata ed è dedicata a san Guglielmo di Aquitania, cavaliere francese e patrono di Fascia, un santo “insolito” su queste montagne.
Il sindaco, come tanti suoi compaesani, molti dei quali partiti per l’America, appena può torna e si rifugia in questi luoghi, per “ascoltare il silenzio”, che narra, a chi vuole sentirle, le storie degli uomini e delle donne di Fascia.

Daniela Catalano

(Articolo tratto dal N° 34 del 03/10/2013 del settimanale “La Trebbia”)

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