«Sono d’accordo, è l’ ora di garantire a chi ci vive e chi vuole visitare la Valtrebbia di poterlo fare comodamente, con un’infrastruttura decente». Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, interviene sul dibattito intorno alla statale 45 della Valtrebbia che anche ieri, come già da qualche fine settimana, è stata presa letteralmente d’assalto da moto e auto con lunghe code, addirittura già al semaforo pedonale di La Verza, per non parlare di quello di Niviano. File di autoveicoli che di solito di vedono in piena estate. Dal traffico invivibile alla sicurezza della strada fino alla “via crucis” dei cantieri, da Rivergaro in su. Il dibattito su quanto accade è stato innescato da una lettera di un lettore e dalla risposta del direttore di Libertà, Gian Luca Rocco, risposta fatta propria dal presidente della Regione Emilia-Romagna.
«Sul vostro quotidiano viene lamentata la situazione della Strada Statale 45 – scrive de Pascale – trasformata in “una via crucis” a causa dei tanti semafori che regolano la circolazione a senso unico per la presenza dei cantieri. Come lei sa, la competenza sulla gestione delle strade statali è di Anas e quello che abbiamo più volte fatto, e che rifaremo, è sollecitare Anas per un’accelerazione dei lavori, restituendo alla Val Trebbia una via di comunicazione pienamente funzionante e in grado di assicurare una viabilità non solo a chi ci vive e a chi vuole visitarla per turismo, ma anche – mi permetto di aggiungere – a chi su quel territorio ha attività di impresa e commercio». «Questo è un fronte a cui il vostro quotidiano ha dato più volte spazio – prosegue de Pascale – e che qui vorrei brevemente ricordare, in particolare l’impegno della Regione Emilia-Romagna sulla Stami (Strategie territoriali per le aree montane e interne) che può contare su un investimento complessivo in Emilia-Romagna di 100 milioni di euro, di cui 10 milioni e 48mila euro proprio per l’Alta Valtrebbia e Valtidone, tutti tesi a finanziare progetti per sostenere il futuro delle comunità locali. Si tratta, in questo caso, di 7 cantieri per la riqualificazione di edifici e spazi pubblici, 2 progetti nel settore infrastrutture sociali e 2 nei servizi sociali, 6 progetti di riqualificazione energetica, 2 riqualificazione impianti sportivi e 2 progetti dedicati all’attrattività turistica».
https://www.liberta.it/ (02/06/2025)
“Troppi motociclisti folli, sulla “45” non vado più”
Sono in sella alla mia moto. Il fresco della primavera inoltrata (quasi estate) mi fa il solletico sotto la giacca, le curve si susseguono come morbide onde grigie e la bellezza della Val Trebbia – una valle che conosco da quando sono nato – mi sorride. È un incedere che sa di libertà, di vita piena. Ma dura poco. Mi sorpassa un lungo serpentone di moto, gomme calde, ginocchia a terra, sguardi nascosti dentro caschi aerografati. Sembrano sul Mugello, non su una strada statale. Sono un motociclista, da anni.
Proprio per questo motivo, io e il mio gruppo abbiamo deciso di evitare la Val Trebbia nei fine settimana. Troppa follia. Troppa incoscienza. Troppa gente che scambia la strada per una pista. Alcuni arrivano da fuori, non conoscono le curve, ma le affrontano come se fossero in gara. Non c’è prudenza, non c’è rispetto per la vita propria e altrui.
Nelle ultime due settimane, nella nostra provincia, sono morti quattro motociclisti. Quattro. Due erano ragazzi giovanissimi. Eppure, nonostante i fiori e le fotografie lungo il ciglio della strada continuino ad aumentare, il copione si ripete: sorpassi azzardati, velocità fuori controllo, sfide tra amici a chi apre di più il gas. Capisco l’ebbrezza, la conosco bene. Ma la strada non è il posto per provarla.
Un piccolo errore in curva, a 60 all’ora, può farti cadere. A 140, può ucciderti. Essere motociclisti dovrebbe significare avere una sensibilità diversa per l’asfalto, per il paesaggio, per la vita. Non essere i teppisti della domenica. Le curve vanno godute, non bruciate. Chi vuole correre, lo faccia in pista. La Val Trebbia, così come tutti gli altri meravigliosi tracciati della nostra provincia, merita di essere attraversata con rispetto. Per la strada. Per chi la percorre. Per chi non c’è più.
https://www.liberta.it/(04/06/2025)
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