Castello dei Torriani e dei Bandello (o Palazzo Pretorio) di Castelnuovo Scrivia

Dove si trova

Via Giuseppe Garibaldi, 43,  Castelnuovo Scrivia (Castarnöv in dialetto tortonese) comune della provincia di Alessandria

Il palazzo

Il Palazzo Centurione è un bell’esempio di architettura genovese del secolo XVII, ora sede del Municipio, con elegante porticato a crociera.
All’interno, in quattro sale rimaste integre, fu collocato il Museo civico, costituito ufficialmente nel 1987, ricco di reperti archeologici dall’età della pietra sino all’epoca romana. Vi sono anche lapidi, statue e quadri tolti dalle chiesette abbandonate, mappe settecentesche, pergamene, gli Statuti del 1400, antiche armi, ex-voto del 1600 e lavori in ferro battuto.
Il museo sorse nel 1978 per iniziativa del Comune e di un gruppo di volontari cittadini che nel corso degli anni si erano occupati di recuperare alcuni pezzi di valore archeologico ed artistico per garantirne la conservazione e la tutela.
Quasi tutto il materiale proviene da chiese abbandonate e ripetutamente saccheggiate dai ladri. Il materiale venne restaurato con cura e competenza dagli stessi volontari, coordinati dal pittore Michele Mainoli.
In questi ultimi anni, la raccolta si è venuta ampliando raggiungendo la consistenza di 130 pezzi inventariati (escludendo i numerosi reperti archeologici). Il museo è collocato nei saloni adiacenti la biblioteca comunale.
Al terzo piano si trova il centro studi Matteo Bandello e la Cultura Rinascimentale, dove, affacciandosi dalla sulla terrazza si può ammirare lo splendido panorama sull’abitato, la campagna e i monti.

Cenni storici

Il palazzo fu fatto edificare dai feudatari di Castelnuovo, i marchesi Marini, che avevano dovuto lasciare alla comunità il palazzo pretorio. Siamo intorno al 1570-1580 e l’edificio, secondo la relazione Rosales del 1726, “è di struttura e disegno dell’architetto Pelegrino” forse Pellegrino Tibaldi (1527-1596), pittore e architetto di gran fama.
Con la morte di Giovanna Marini (1778) il feudo passa al figlio Carlo Centurione Scotto. I tre stemmi che appaiono sotto il porticato ricordano questi passaggi di proprietà: i Marini sopra l’ingresso allo scalone ufficiale (Expecta Dominum, viriliter age – Rispetta il Signore, ma agisci con decisione), gli Spinola -strettamente imparentati con i Marini- sopra la porta del Museo (Potius mori quam foedari – Piuttosto morire che venire a patti), i Centurione sopra l’accesso al salone (Centuplum germinabit). I successivi Centurione, Gio Battista, Giulio e Vittorio Emanuele procedono a migliorie del palazzo e gli danno quella impronta architettonica ligure che lo caratterizza. Molti sono gli interventi fatti in abbinamento con la villa Durazzo di Santa Margherita, anch’essa di proprietà dei Centurione. In origine il palazzo, denominato nell’Ottocento villa Centurione, occupava un’area assai più ampia di quella attuale poiché comprendeva anche le case dei lavoranti, la chiesa dell’Annunziata, le scuderie e il vasto giardino fitto di sentieri, di aiuole fiorite, di alberi secolari e delle stazioni della Via crucis. Fra il 1910 e il 1920 viene affidato l’incarico di restaurare e completare le decorazioni delle volte a Giovanni Franceschetti che poi diverrà famoso per le “palazzate”, ossia per le decorazioni sulle facciate dei palazzi che si affacciano sui golfi di Portofino, di Santa Margherita e di Paraggi.
L’ultimo dei Centurione, Giulio, amante dell’ozio, dello sfarzo e del gioco, sposò Camilla Groppallo, donna di polso e di carattere, che però non seppe arginare l’insensata dissipazione dei beni da parte del consorte. Pian piano tutto fu venduto e il 29 luglio 1926 venne firmato l’atto di cessione del palazzo al Comune per 300.000 lire. Purtroppo il Comune non aveva le possibilità di acquistare tutto in blocco e il Centurione smembrò in lotti giardini e altri edifici e soprattutto disperse, vendendoli un po’ dappertutto, gli arredi, i quadri, gli arazzi, i mobili antichi, i lampadari, le statue, le cineserie. Ora il palazzo ospita gli uffici comunali, l’archivio storico, alcuni locali per le associazioni, un bar e il Museo.

Informazioni turistiche

All’interno del Palazzo è collocato il Museo civico costituito nel 1986, in quattro sale rimaste integre, esattamente come quelle soprastanti del sindaco, della sala di attesa e della stanza della Protezione civile. Stanze luminose, con volte e pareti dipinte da Giovanni Franceschetti e con pavimenti a mosaico genovese o in piastrelle di ardesia.
Alla fine degli anni Settanta vennero messi a disposizione questi locali con l’intento di crearvi un luogo di incontro culturale, una biblioteca e un deposito in cui rifugiare quanto era disperso nelle varie chiesette abbandonale e ripetutamente saccheggiate dai ladri. Così iniziò la raccolta, o meglio, la messa in sicurezza di quadri, statue, lapidi, tele, exvoto, mobili antichi, oggetti di oreficeria sacra, opere particolari donate da privati.
L’ingresso introduce i visitatori alla sala archeologica, inaugurata a giugno di quest’anno e realizzata in stretta collaborazione con la Soprintendenza del Piemonte.
Ora il Museo conserva al suo interno una gamma assai ampia di oggetti che vanno dai reperti archeologici dell’età della pietra sino a lavori in ferro battuto del secolo scorso. In particolare:
LA SALA DELLE CARTE ospita pergamene, mappe settecentesche, disegni progettuali di restauri antichi, stemmi comunali dei secoli passati, stemmi delle famiglie gentilìzie castelnovesi e soprattutto una copia manoscritta su pergamena degli Statuti di Castelnuovo del 1450 e un’altra copia a stampa del secolo successivo.
LA SALA DI COSMA E DAMIANO ricca di quadri, statue, busti lignei, ex-voto, mobili, lapidi, lavori in ferro battuto, vasellame, mattoni dipinti.
LA SALA DEI CROCEFISSI dedicata per metà a raccogliere la collezione di reperti archeologici donata da Antonello Brunetti al Comune, oggetti assai preziosi quali “11 testone cartaginese”, il “tondo di Lcptis Magna”, fascia in pietra verde della Sicché, l’anello romano di Gerbidi, le anfore di San Damiano, la cuspide di lancia preromana. Nella stessa sala si possono ammirare tele seicentesche, la “Madonna con Bambino” di Alessandro Berri, oreficeria religiosa, reliquiari, i fucili della Guardia comunale di inizio Ottocento, ex-voto e infine i tre crocefissi del XV-XVI e XVII secolo provenienti dalla chiesa della Croce.

Comune di Castelnuovo Scrivia
Telefono: (+39) 0131.826125
EMail: urp@comune.castelnuovoscrivia.al.it

Fonti

Storia e Arte – Miscellanea castelnovese, a cura di Antonello Brunetti
http://archeocarta.org/tag/palazzo-centurione/

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