Torre di Sant’Antonino di Selva di Sotto

Dove si trova

La frazione di Selva di Sotto dista 6,5 chilometri dal comune di Farini PC di cui essa fa parte.
La torre medievale si trova nel tratto di percorso che divide Groppallo e Bruzzi, in direzione Passo di Linguadà, tra le località di Croce e Selva Sotto.

La torre

Oggi la struttura si presenta come una torre slanciata sulla cui sommità sembrano issarsi quattro merli che alla prima apparenza la farebbero apparire come una torre ad uso militare, di controllo sul passaggio; basti paragonare però le foto di quasi quarant’anni addietro con l’attuale stato, per appurare che la torre era sicuramente più alta e che i presunti merli sono nient’altro che i quattro sostegni della copertura sommitale dispersa dall’incuria.
Da quella torre, in antico, suonavano pertanto le campane della prima parrocchia di Groppallo.
La torre di Sant’Antonino versava in cattive condizioni ma, grazie ad un recente intervento eseguito dal Comune di Farini, si è permesso di preservarla da un’ineluttabile rovina che avrebbe cancellato per sempre questo simbolo di fede, unico in tutto la provincia di Piacenza.

Cenni storici

In alta val Nure, nel circondario di Groppallo, a quasi mille metri d’altitudine, è protetto un importante simbolo della storia cristiana piacentina.
A Selva di Sotto (890 m s.l.m.), nel Comune di Farini, si eleva infatti da numerosi secoli la torre campanaria della prima chiesa parrocchiale groppallina devota a sant’Antonino; la storia della chiesa, oggi purtroppo scomparsa, ci rimane attraverso le antiche visite pastorali, mentre il campanile, o “u campanèn dra Serva” come lo chiamano in zona, è rimasto a prova di come il Cristianesimo su queste lande appenniniche abbia delle radici molto profonde.
Della fondazione di siffatta chiesa, ne tratta tra l’altro anche lo storico e canonico piacentino Campi nella sua Dell’historia ecclesiatica di Piacenza e la elenca tra i primi templi edificati a nome dei santo martire piacentino.
“Da tutti questi avvenimenti sì grandi ne sorse all(h)ora né Piacentini una sì fatta devozione, e riverente affetto verso il glorioso Protettore, e Avvocato loro, che non contenti d’imporre, quasi a gara il venerando nome di lui a propri figli […] furono ancora grandemente solleciti in fondar Chiese al sacro nome di Antonino.[1]
Oltre a Travo e Piacenza, il Campi ci indica in seguito le prime chiese intitolate al nostro santo patrono, in terra piacentina:
Ville di Ronco, di Albarola, di Castiglione, di Macinessio, di Corano, di Vicomarino, di Vairasco, di Nibiano, di Montalto. di Fenocchietto, di Ozola, di Selva presso Groppallo, dell’isola in Compiano, di Bedonia, e della terra di Borgo Val di Ta(r)ro, e d’altri luoghi della Diocesi nostra.[2]

Il racconto del canonico Campi sopra riportato, fa riferimento ad alcune vicende che risalgono addirittura al sec. IV, e già da questo dato possiamo avere un’idea di quanto sia antica la primigenia parrocchia di Groppallo, così come la stessa torre campanaria.
Lo studioso Domenico Provini ipotizza, nel volume Groppallo nella tradizione e nella storia, che la chiesa di sant’Antonino a Selva sia stata invece eretta in un periodo storico compreso tra la fondazione del monastero in vai di Tolla nel 616 e quello di San Colombano a Bobbio o comunque di poco posteriore a queste due fondazioni.
In quel periodo, pertanto, a Selva si trovava la chiesa parrocchiale, mentre sulla cima del monte Castellaro, a Groppallo, dove invece abbiamo oggi la chiesa, vi era un imponente castello con la funzione di controllo assoluto della zona, grazie soprattutto al punto strategico ove la struttura era collocata.
Un primo dato sicuro sul castello fa appartenere, sul finire del sec. XII, tale fortilizio al Vescovo Conte di Piacenza cui competeva, tra l’altro, la concessione del fortilizio; la tradizione assegna la signoria del luogo, alla nobile famiglia Gropallo trasferitasi a Genova in un secondo tempo.[3]
Si legge sempre dagli scritti del Campi di una curiosa diatriba tra l’arciprete di Centenaro e il rettore della chiesa di Selva risalente ai primi anni del sec. XIII, finita poi tra le mani del pontefice Innocenzo III di cui non conosciamo però il verdetto.
“Erano da cotal tempo discordia tra loro l’arciprete di Centenaro, detto Guglielmo; e il rettore di S. Antonino da Selva, Giovanni Pistorio; per non voler questi (benché soggetto, come capellano, alla pieve di quegli) rendere il debito honore, e ubbidienza al detto piovano. E quel, che peggio era, essendo stato il rettore scomunicato, ardiva il meschino di celebrare i divini officij con gravissimo danno di se stesso, e con molto scandalo degli altri.[4]
È da rilevare inoltre che la parrocchia di Groppallo protegge al suo interno diversi antichi oratori collocati, attraverso una precisa logica[5], lungo quella che oggi viene denominata “Via degli Abati”; questa “via” era un cammino montano che da Bobbio permetteva a monaci e pellegrini di raggiungere in tutta sicurezza Pontremoli, per poi proseguire verso Roma in visita ad limina apostolorum.
Lungo questo percorso rintracciamo altresì la torre di Sant’Antonino, la quale possiede una forte similitudine architettonica con il campanile dell’oratorio di Groppazzolo posto anch’esso lungo la Via degli Abati; è da rilevare tuttavia che nel giugno del 1775 i delegati vescovili giunti in loco per la visita pastorale, ordinarono ai proprietari della chiesa di Groppazzolo di abbassarne l’altezza per evitarne il crollo.

Fonti

Estratto da: GALLINI C., La torre di Sant’Antonino…, in L’urtiga quaderni di cultura piacentina n. 12, LIR, Piacenza, 2016, p. 37. pubblicato sul sito www.groppallo.it/
NOTE:
[1] CAMPI P M., Dell’historia ecclesiastica di Piacenza, Giovanni Bazachi Stampatore Camerale, Piacenza, 1651-1662, volume I, p. 121. [2] Ibidem.
[3] E’ possibile consultare il volume n° 7 – 2014 del quaderno di cultura piacentina, “L’urtiga” per leggere, ad opera dello scrivente, un compendio sulla storia dell’antica famiglia Gropallo.
[4] CAMPI P M., Op. cit, volume II, p. 190.
[5] Si faccia riferimento al volume, GALLINI, C. Gli oratori di Groppallo, Edizioni L.I.R., Piacenza, 2013, per approfondire la storia di tutti i diciotto oratori della parrocchia di Groppallo.
[6] La pieve di San Pietro a Centenaro controllava, a quel tempo, anche la parrocchia di Groppallo e durante le visite pastorali in zona, diveniva così il “quartier generale” del Vescovo.
Fotografie di Claudio Gallini, Agostino Bruzzi, Roberto Boiardi, www.ilpiacenza.it

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