Liguria, niente trote e riserva chiusa a Gorreto. Pesca fluviale a rischio flop

Niente trote, poca acqua nei corsi d’acqua, le regole sulla psa a complicare la vita e adesso anche la chiusura della Riserva di Gorreto, che è stata per anni la più frequentata dai pescatori liguri e una delle più conosciute d’Italia.
La stagione della pesca fluviale 2023, iniziata all’alba di oggi, parte nel modo peggiore e rischia di essere un vero disastro, come conferma Marco Imparato, presidente della Fipsas regionale: «Le premesse sono davvero pessime e non possiamo nasconderlo – dice – Per la prima volta dopo anni non sono state immesse trote, anche se la norma ce lo avrebbe consentito. Gli uffici regionali sono stati fermi, non hanno previsto e organizzato alcuna semina di trote, con il risultato che i pesci non ci sono. L’unico corso d’acqua dove saranno immessi i pesci è il lago di Giacopiane, solo perché è gestito direttamente da noi della Fipsas».
La mancanza di trote e soprattutto di immissione colpisce soprattutto Genova e lo Spezzino, mentre va solo leggermente meglio in provincia di Savona e nell’Imperiese. Che la situazione sia davvero negativa lo confermano le proteste dei pescatori e anche il fatto che in molti hanno scelto di non pagare la tassa per la licenza, preferendo aspettare tempi migliori.
C’è poi il caso davvero incredibile della Riserva di Gorreto “Alta Val Trebbia”, che è stata chiusa in attesa di un nuovo concessionario che non è mai arrivato perché nessuno ha pensato di fare un nuovo bando: «Quando ho segnalato la cosa agli uffici di Regione Liguria, mi hanno risposto a che con la riserva chiusa avremmo potuto allora togliere i cartelli per lasciare liberi i prati. Sembra una presa in giro ma è andata così. Come se non interessasse a nessuno la fine di un’economia importante per quella vallata», conferma Imparato.
Eppure, sul punto anche il sindaco del paese, Giancarlo Cappelli, ha lanciato l’allarme: «A Gorreto la presenza della riserva portava un bel giro d’affari, l’unico in questa zona. Fatte le dovute proporzioni è come se a Genova togliessero il porto».
La siccità dei corsi d’acqua, evidente da giorni, rende ancora più problematica la situazione. Basti pensare alla situazione in cui si trova il grande invaso del Brugneto, ridotto al 66 per cento della sua capienza, o a quella dei laghi del Gorzente che si attesta comunque su metri cubi analoghi a quelli del febbraio di un anno fa.
Come se non bastasse, restano in vigore i protocolli di sicurezza per la presenza della peste suina africana, con tanti comuni del Genovesato inseriti nella zona di protezione I (Rovegno, Rapallo, Portofino, Cicagna, Avegno, Montebruno, Santa Margherita Ligure, Favale di Malvaro, Recco, Camogli, Moconesi, Tribogna, Uscio, Fontanigorda, Neirone, Lorsica) o di quelli che si trovano nella stessa situazione nel Savonese (Cairo Montenotte, Quiliano, Dego, Altare, Piana Crixia, Albissola Marina, Savona); qui occorre il cambio di calzature alla partenza e all’arrivo dell’attività, la disinfezione di suole e gomme oltre al parcheggio degli automezzi esclusivamente in prossimità delle strade asfaltate.

Edoardo Meoli

https://www.ilsecoloxix.it/ (25/02/2023)

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