Catribiasca (Ottone)

Foto di Giovanni Cordera

Catribiasca, minuscolo insediamento sorto in sponda sinistra della Trebbia (Catribiasca, ovvero Ca’ Trebbiasca, della Trebbia), fu per un certo periodo sede di un marchesato retto dalla famiglia Malaspina, derivante da una divisione ereditaria dei beni dei più celebri Malaspina che furono Marchesi di Pregola.
Nel 1266, per l’appunto, un ramo cadetto dei Malaspina di Pregola si insediò a Catribiasca e qui fece erigere un castello che dovette godere di una certa considerazione, data la felice posizione dominante sulla strada di fondovalle.
La possibilità di controllare (e tassare) i transiti su una strada così frequentata spiega le articolate vicende che videro il castello passare di mano in mano, e quindi andare distrutto nel giro di meno di un secolo e mezzo.Nel 1361, Azzo e Federico Malaspina donarono il castello a Galeazzo Visconti di Milano, che ne infeudò dapprima Simone de Novanton, poi il consigliere ducale Pinotto Pinotti, il quale nel 1377 restituì il tutto a Riccardo Malaspina di Pregola. I Marchesi di Pregola tornarono dunque in possesso dell’antico feudo (formalmente però passato da alcuni anni ai Porri di Milano), riparando la torre del castello e abitandovi per un certo periodo, finchè nel 1404 questo fu occupato da Nicolò Fieschi, per mano del quale pervenne a Giantommaso Porri.
La legittimità di tale cessione fu duramente contestata dai Malaspina, che non tardarono a prendere il castello con la forza: i Porri si videro costretti a intervenire ma, ritenendo di non poter conservare il fortilizio, decisero di distruggerlo per non consentire ai Malaspina di riconquistarlo.
Le mura e le torri del castello furono pertanto abbattute, ma ancora nel 1453 è citato in un rogito testamentario il Brolo di Catribiasca (“Catribiasca… Cum brolio suo”), dal che si dovrebbe dedurre come almeno la piazza d’armi fosse ancora utilizzabile come spazio destinato a riunioni pubbliche o ad altre attività.
Nel XVII Secolo il feudo venne infine ceduto ai genovesi Centurione, che già avevano acquistato il vicino e più importante centro di Gorreto.

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