Ultrarunner e viticoltore, ora Gianluigi Mignacco è anche scrittore

Divide le sue giornate tra diverse passioni: la corsa in montagna, la viticoltura, la scrittura e finalmente, pochi giorni fa, è uscita la sua opera d’esordio. Nato a Genova nel 1975 ma valborberino d’origine, Gianluigi Mignacco ha appena dato alle stampe per la casa editrice Puntoacapo di Pasturana “Il commiato”, un romanzo che si compone di tre storie apparentemente lontane nello spazio e nel tempo, ma in realtà intimamente connesse tra di loro.
Mignacco, titolare dell’omonima azienda vitivinicola e di un agriturismo a Cantalupo Ligure, dopo l’università è tornato in val Borbera dove ha iniziato a esercitare la libera professione nel proprio studio tecnico. All’inizio degli anni Duemila la sua passione per l’agricoltura e la volontà di recuperare le tradizioni di famiglia lo hanno portato a ristrutturare completamente il vigneto del nonno, dove oggi produce il Timorasso, l’antico vitigno autoctono della val Borbera e del tortonese.
Ma non c’è solo la viticoltura nella vita di Mignacco: è infatti tesserato per Gli Orsi, l’associazione sportiva composta da appassionati di trail running che da anni organizza “Le porte di pietra”, la selettiva gara sui monti della val Borbera (e non è un caso che l’agriturismo di Mignacco si chiami Tana degli Orsi). Il runner di Cantalupo è reduce dal successo al Valborbera StrongTrail (cento chilometri corsi in 17 ore e 47 minuti) ha in palmarès anche il titolo di finisher al Tor des Géants 2018, gara lunga 350 chilometri con un dislivello positivo di 27 mila metri, e ha portato a termine per tre volte l’Ultra Trail du Mont Blanc di 170 chilometri.
Tornando a “Il commiato”, il libro si apre ai giorni nostri con Maria, una ricercatrice universitaria la cui esistenza scorre fra tante certezze. Ma quando un soldato della prima guerra mondiale inizia a popolare i suoi sogni, le sicurezze della donna si incrinano. La comparsa di un misterioso ramoscello sul tavolo della cucina è una prova del fatto che tra il mondo di Maria e quello del soldato si è aperto un vero e proprio canale di comunicazione. Nei sogni della donna i richiami alle radici della sua famiglia, affondate nel mondo rurale dell’Appennino piemontese, si fanno sempre più frequenti. Fino all’epilogo finale…
La copertina del romanzo è stata dipinta da Vera Girivi, una artista genovese che ha esposto di recente anche a Parigi e New York. La sua pittura, molto amata dal premio Pulitzer Jerry Saltz, ha già popolato con i suoi ritratti le etichette dei vini dell’azienda di Mignacco.

Elio Defrani

http://novionline.ilpiccolo.net (06/11/19)

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