Gli studenti del Politecnico progettano idee per Ottone

Si chiama “Gray to Green” ed è una finestra che sì aprirà da oggi sull’abitare ordinario nell’Appennino piacentino. Le attività sul campo di studio e analisi, direttamente a Ottone, saranno portate avanti dal Laboratorio di urbanistica del corso di laurea in Progettazione dell’architettura del Politecnico di Piacenza.
Arriveranno cioè nel paese al confine tra Emilia e Liguria gli studenti del primo anno, coordinati dal professor Marco Mareggi e con il professor Giovanni Lanza: ma qual è il loro energico obiettivo? «Sin dal primo anno studenti e studentesse studiano le trasformazioni di città e territori, sperimentando occasioni di progettazione applicata», spiegano dal Politecnico. «Quest’attività avviene nel Laboratorio di urbanistica, che ha scelto come campo di applicazione proprio il centro abitato di Ottone, nell’Alta Valtrebbia, dove l’Appennino piacentino incontra il territorio genovese, Il corso ha l’obiettivo di migliorare la qualità degli spazi dell’abitare in questo borgo, che ha visto negli anni diminuire in modo consistente la popolazione residente e chiede un investimento di intelligenza progettuale per mantenerlo vivo e abitabile».
Cosa significa “intelligenza progettuale” è presto detto: «Attraverso la progettazione urbanistica e il ridisegno degli spazi aperti, la classe sta analizzando il contesto locale e proporrà interventi in una prospettiva dì sua valorizzazione». Serve però dare gambe ai pensieri: per questo  la classe svolgerà un sopralluogo strutturato di due giorni per conoscere in presa diretta e di persona il territorio attraversandolo.
Il programma prevede incontri con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Beccia, con la vice Maria Lucia Girometta, e il confronto con esperti locali come lo storico Attilio Carboni. Infine una camminata urbana collettiva tra via Roma e la Statale 45. Al centro dei lavori, in sostanza, ci sarà una lettura dal basso del territorio. «Sarà posta particolare attenzione a tipologie edilizie, pratiche d’uso, alla geografia del dismesso e all’abitare temporaneo. Le attività si concluderanno con una presentazione alla cittadinanza dei materiali raccolti in itinere», proseguono gli studiosi e i docenti. Le attività di analisi territoriale, di studio e progettazione urbanistica escono così ufficialmente dalle aule grazie al progetto di didattica innovativa post Covid promosso dalla Scuola di architettura urbanistica e ingegneria delle costruzioni del Politecnico. Segnatevi infine l’appuntamento: la classe tornerà ad Ottone il 17giugno per presentare in mostra gli esiti delle loro elaborazioni.

Elisa Malacalza

(Articolo tratto dal quotidiano Libertà)

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