La leggenda di Fosca e del castello di Savignone

La storia racconta la triste vicenda d’amore della contessa Isabella, della famiglia dei Fieschi, proprietari dell’antico maniero di Savignone.

Per desiderio della famiglia la nobildonna sposò nel 1331 Luchino Visconti, Signore di Milano, città nella quale si trasferì.
Nota per la sua straordinaria bellezza, Isabella si guadagnò poi il soprannome di Fosca per la sua torbida condotta.

Secondo la leggenda, ebbe numerosi amanti tra cui il nipote di Luchino, Galeazzo II Visconti, l’allora doge della Repubblica di Venezia Andrea Dandolo e Ugolino Gonzaga dei signori di Mantova.
Fosca, periodicamente, tornava a Savignone e qui si legò sentimentalmente a un giovane di bell’aspetto e molto galante. Gli incontri clandestini si svolgevano durante i periodi di permanenza della giovane nella casa natale. L’ardito amante, attraverso una corda calata dalla finestra da Fosca, saliva ai suoi appartamenti dai quali scappava alle prime luci dell’alba.
La relazione clandestina non sfuggì agli abitanti di Savignone e ben presto la notizia arrivò fino a Luchino Visconti. Il Signore di Milano, tradito e umiliato, decise di vendicarsi e di assoldare dei sicari col compito di svelare la tresca e punire l’amante.
Il giovane, molto conosciuto e stimato a Savignone, sparì per qualche tempo dalla circolazione. Ma, in seguito fu trovato in fondo ad un burrone nei pressi del castello, aveva il corpo distrutto e il suo intestino era stato dilaniato dai rettili. Accanto al suo corpo, infatti, vi era adagiato un serpente, tra l’altro simbolo del casato dei Visconti (Vipereos mores non violabo).
Fosca, distrutta dal dolore, finse di riconciliarsi con il marito, ma solo perché aveva tramato una vendetta. Nel 1349 Luchino Visconti morì, secondo alcuni avvelenato proprio da Fosca.
La scomparsa del vecchio condottiero scatenò la contesa per la successione a Milano, Fosca fu costretta a rinunciare ad ogni diritto, fuggì insieme al figlio e riparò riparò in Liguria, nei domini di famiglia, pare proprio nel castello di Savignone.

In seguito alla morte anche dell’appassionata Fosca le anime dei due amanti si sarebbero ritrovate per sempre. I fantasmi di Fosca e del suo amante sarebbero ancora oggi presenti nel castello di Savignone. Essi si manifestano sotto forma di fiammelle danzanti, inseguite dal fantasma di un grosso serpente,

(Post pubblicato su Facebook)

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