La cucina piacentina e i suoi migliori interpreti

Alfredo Morosetti

La cucina piacentina e i suoi migliori interpreti

Gli alimenti e i piatti dell’antica tradizione rurale, i ristori e i percorsi enogastronomici

Editore: Dutch Communications & Editing

La cucina piacentina rifugge le salse e, più ancora, le spezie e tutto ciò che confonde il naturale esprimersi del sapore intrinseco degli alimenti e il loro armonioso amalgamarsi reciproco. In questo senso ama l’ingenuità così come la soda pienezza delle ragazze di campagna. Tuttavia non è affatto una cucina alla buona e di scarsa maestria. Al contrario potrebbe essere definita un ossimoro saporoso. Unisce una sicura semplicità rustica ad un gusto barocco per l’eccesso. La chiave di volta che ne dirime il senso è lo sposalizio antico fra il rigore e l’essenzialità lombarda e la voglia matta emiliana. Insomma la storia stessa di questa terra: con la mente volta oltre il Po, ai Visconti e a Milano, con il corpo strattonata a stare a casa sua. E questo spiega perché è la migliore cucina che si possa avere in terra di Emilia. I suoi piatti sono numerosi e vari, ma tutti rimandano ad un comune denominatore: il rispetto della naturale fragranza dei sapori naturali. Insomma la bontà delle materie prime e l’arte di comporle secondo la loro naturale inclinazione. In questo volume troviamo gli alimenti di base e i piatti che in senso pieno e stretto, cioè storico, sono il portato di mille anni di tradizioni culinarie, senza concedere nulla alle mode e alle tendenze del momento imposte da una banalizzazione del sapere eno-gastronomico che la cultura di massa riesce ormai a generare ovunque, persino in seno a famiglie nelle quali il culto del cibo genuino e tradizionale è sempre stato un valore di primo piano.
Inoltre, nel capitolo finale, la presentazione di una serie di osterie e ristori dove non solo si mangia piacentino come Dio comanda, ma dove, in un ambiente cordiale e comunicativo, si possono passare un paio d’ore rilassanti e gioiose.

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