L’oratorio di San Ferdinando a Rettagliata in comune di Ottone

Rettagliata è frazione del Comune di Ottone. a ridosso dell’antichissimo Camìnus Januae, nei pressi dell’attuale confine con la Liguria. Il borgo si presenta a mezza costa, sulla sponda destra della Trebbia. Poche case in pietra, col sapore d’antico, si stringono in abbraccio affettuoso. Un tempo erano incorniciate da vigneti ordinati e generosi. Boschi, pascoli; orti e giardini.
A ponente del villaggio, nei pressi della pubblica via, si eleva l’oratorio di S. Ferdinando, apprezzabile costruzione d’inizio Novecento. L’agreste chiesuola, ispira profondità spirituali e suggestive intimità. La sua facciata è armoniosa. Paraste laterali, snelle, slanciate, sostengono un cornicione molto aggettante, sagomato da artistiche modanature. Il grazioso campanile a vela, cimasa del timpano (l’antico acroterio greco), dominando con la sua campanella, orna, decora, richiama. La Natura intorno espande intrecci dì forme e colori; aromi salutari, preziosi. Si odono vaghe sonorità, cinguettìi. Piacevole “stormir di fronde”. Brezze delicate, leggere, accarezzano.
Si allontanano, ritornano. Cicale e grilli si alternano: instancabile, continuativo concerto. Armonioso sottofondo. II viandante è invogliato a sosta ristoratrice e rasserenante. Facilmente, in quel luogo, si è indotti a cogliere meraviglie di natura e arte; a esprimere religiosità e preghiere.
La fabbrica della chiesetta fu finanziata dal Sig. Ferdinando Croce, nativo di Rei-tagliata, ma immigrato nelle Americhe in giovane età. L’oratorio volle essere concreto atto di riconoscenza verso il Santo, suo omonimo. nel quale il committente trovò sempre ed ovunque, conforto e riferimento. Fu pure un dono ai suoi concittadini che ebbero il sollievo di partecipare alla messa domenicale, finalmente, al loro paese.
La chiesetta venne consacrata dal Vescovo di Bobbio. Mons. Calchi Novali, il 30 maggio del 1921, festività dì S. Ferdinando, con universale concorso di popolo e clero della Vicaria di Ottone.

Attilio Carboni

(Articolo tratto dal N° 14 del 26/04/2018 del settimanale “La Trebbia”)
(Fotografia di Giovanni Cordera)

 

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