Sottobosco, tappeto d’erica e muschi: il Dego ambiente ideale per molte varietà di funghi

Le sponde del monte Dego sono il regno del faggio secolare. Colonne perfette, slanciate verso l’infinito, intrecciano rami, formano cupole. Il vento spettina le fronde; il sole insinua i suoi raggi.   Luci  ed  ombre  in movimento e scontro; riverberi inaspettati; improvvisi silenzi; fruscii; rumori ed echi; aromi… incantano, stupiscono, meravigliano. Le faggete rappresentano vere e proprie Cattedrali della natura, in stile gotico a cui, forse, l’arte medievale si è ispirata per realizzare le sue. Il castagneto sottostà al faggio, in quanto altitudine, con piante dal tronco sofferente, contorto, rozzo e tarchiato, come le colonne delle Chiese romaniche.
Un magnifico sottobosco, tappeto d’erica, mirtilli, muschi ed erbe, costituisce l’ambiente ideale per molti funghi. Sono diffusi i “Porcini” Boletus Edulis: così si chiamano quei preziosi gioielli. Si rivedono le Amanitae Caesareae, i migliori in assoluto. Sono state assenti per molto tempo. Chissà dov’erano andate. Siano, comunque, le benvenute, le ben tornate! Il “Galletto” (Cantarellus cibarius), si affaccia tra le “morrte foglie”, gialla livrea, curiosa e audace. Da bambini, accompagnati, seguiti e preceduti, da consigli e richiami dei genitori, abbiamo tutti cominciato da quel fungo. Gli siamo molto grati: ci ha donato emozioni tra le più belle di quegli anni indimenticabili. Sparsa, infestante, appare la “Trombetta dei morti” (Craterellus cornucopioides). Abbondano lo “Steccherino dorato” (Hidnum repandum) e la “Mazza di tamburo” (Macrolepiota procera), da non confondere con la similare, ma più piccola, Lepiota Cristata, tossica.
Non mancano funghi che destano particolare curiosità, sebbene non commestibili, talvolta pericolosi, ma tutti bellissimi. Gli appassionati potranno “raccogliere” solo in immagini fotografiche, “Manine” di diverso colore e forma (Ramaria Botrytis. Formosa…), incredibili coralli del bosco. Le stupende “Tazze rosse” (Aleuria Aurantia), ciotole dall’interno rosso/fuoco; vivo e lucente rubino. Il prodigioso Clathus ruber. a forma di gabbia o sfera armillare, rossastro variamente sfumato, richiama l’attenzione diffondendo odore acre e repellente. Si fa sentire molto prima di farsi vedere. I “Nidi di rondine” (Crucibulum laeve), funghi rari, capaci di simulare il nido pieno di uova, pronte per la cova. Incontrandoli mi sono domandato chi abbia copiato: le rondini dal fungo o il fungo dalle rondini? Non sono in grado di sciogliere l’enigma. L’Astraeus hygrometricus, è una perfetta Stella marina. Che sia una briciola di mare in trasferta sul monte? La “Mazza d’Ercole” (Clavariadelphus pistillaris), richiama i miti di Grecia e di Roma.
Prosperano (purtroppo, per l’incauto . anche specie tossiche, mortali, senza rimedio,  (Amanita Phalloides). Alcune possono compromettere fegato e rene dello sfortunato consumatore in un paio di giorni. Alternativa alla morte certa, è il trapianto degli organi coinvolti. Qualora si arrivi in tempo. L’Amanita muscaria, è un fungo molto diffuso. Si presta al disegno ed appare di frequente nelle illustrazioni dei libri di favole, di magie di streghe; di fate, di gnomi. “Simpatica canaglia” tenta di sedurre con la bellezza di forma e colori: portamento delicato, gentile, elegante; copricapo rosso pastello, farcito da innumerevoli macchioline bianche concentriche. Orna, decora, ma è un capiente contenitore di veleni potenti. In natura il “bello” non è sempre necessariamente il “buono”! I Boleti Satanas, Rhodourpureus, Pulchrotintus… sono apprezzabili soltanto per vivacità e colori perché molto pericolosi.
Mi sento in dovere di ricordare che i funghi, qualora non si conoscano perfettamente, con tutte le implicazioni connesse (anche nel cucinarli), o si sia dubbiosi, circa specie, sottospecie e variabili, conviene evitare non solo di raccoglierli ma addirittura di toccarli. Accontentiamoci di osservarli, rispettandoli. Alla Natura servono tutti, buoni e cattivi, perché contribuiscono a mantenere delicati equilibri biologici. Eventualmente, ci si rivolga ai micologi delle ASL per riscontri e consigli, a garanzia di assoluta certezza. La micologia è una scienza complessa, impegnativa, molto rigida; il fungo non permette presunzione, superficialità, approssimazione.
L’autore del presente articolo ringrazia il dottor Giuseppe Melandri, Ispettore Medico igienista, Unità Operativa Igiene Alimenti e Nutrizione, AUSL di Piacenza, per la gentile consulenza scientifica.

Attilio Carboni

(Articolo tratto dal N° 25 del 09/07/2015 del settimanale “La Trebbia”)
(Fotografia di Giacomo Turco)

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