Zerba

Popolazione 69 (al 31/12/2019)
CAP 29020
Comune Via Provinciale, 72
Telefono 0523-935102
Fax 0523-935102
Superficie 24,13 Kmq
Altezza s.l.m. 906
Codice ISTAT 033047
Codice catasto M165
Sito internet http://www.comune.zerba.pc.it/
E-mail comune.zerba@sintranet.it
Pec comune.zerba@sintranet.legalmail.it

Zerba è il più alto capoluogo della provincia di Piacenza disteso a 906 m.s.m. sul fianco Sud del monte Lesima (1724 m), che imponente lo ripara dai venti del Nord. Di fronte si impenna il versante Nord del Monte Alfeo (1650 m) boscoso e scosceso, ad Ovest il Monte Carmo (1650 m) e il Cavalmurone, a Nord – Ovest il Monte Chiappo (1700 m) completano la cerchia di montagne che contribuiscono a far si che Zerba abbia un clima eccezionalmente mite malgrado l’altitudine. Il torrente Boreca dà il nome alla breve valle, verde, profonda e suggestiva. Le propaggini del Monte Carmo, verso est seguono il confine fra le province di Alessandria, Genova e Piacenza e ancora lo spartiacque del Chiappo segna il confine fra le province di Piacenza Pavia e Alessandria.
Secondo la leggenda Zerba fu fondata nel 218 a.c. da un gruppo di Cartaginesi rifugiatisi nel luogo dopo la diserzione dall’esercito di Annibale. Nel 1164 il feudo fu concesso da Federico Barbarossa a Obizzo Malaspina; nel 1266 a causa di divisioni famigliari il paese fu aggregato al marchesato di Pregola dei Malaspina del ramo dello Spino Secco.

Nel 1361 subentrarono i Visconti, i Porri e i Pinotti. Nel 1453 il feudo passò al marchese Morello Malaspina, nel 1670 ai Malaspina di Pregola fino alla soppressione napoleonica del 1797.

Il paese è formato da cinque raggruppamenti: nella parte alta, a Villa Soprana, si trova la chiesa di S. Michele Arcangelo, cella monastica medioevale alle dipendenze di S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, segnalata nel XVI secolo e ricostruita nel 1807, e un rustico, probabilmente Casa Malaspina. A Villa Lisamara si trova la vecchia fontana. A Villa Scarbione è sito il Municipio del XX secolo. Infine ci sono Villa Stana e Villa Fontana da cui si accede al castello del quale rimangono alcuni tratti di mura e la base di una torre cilindrica. Fu avamposto dei Liguri , come testimoniano gli otto bracciali (armille bronzee) ritrovati nel 1888 e conservati al museo archeologico Sforzesco di Milano.
L’agricoltura povera e l’allevamento sono stati da tempo abbandonati a causa dell’emigrazione della popolazione negli anni cinquanta. Oggi i paesi della Valle sono costituiti quasi esclusivamente di seconde case. A Capannette di Pey sono sorti alcuni insediamenti turistici. Verso le risorse turistiche è tesa la futura economia della Valle. veramente unica, per le bellezze naturali, per l’ambiente incontaminato e per le ricchezze delle specie di flora e fauna. Molti i possibili itinerari naturalistici lungo i sentieri, agevoli e ben conservati che consentono di raggiungere le vette dei monti, attraverso i boschi che ne coprono i fianchi, fino alle praterie uniche e ancora esistenti (oltre i 1200 m) ricche di fiori e arbusti quali le orchidee, il giglio giallo, la negritella, la genziana, il botton d’oro e mille altri ancora il lampone, il mirtillo, il sorbo, il ginepro, la ginestra del boscaiolo, le eriche ecc…; che dire poi dei colori autunnali che una vegetazione così varia presenta in autunno o della fioritura di primavera che va dal giallo del maggiociondolo al bianco rosato dei ciliegi selvatici.

LE FRAZIONI

Le frazioni del comune di Zerba sono: Capannette di Pey, Casa della Torre, Codeviglio, Conca d’Oro, Cerreto, Pey, Samboneto, Vesimo.

(Fonti: Guida turistica “Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini e  http://www.comune.zerba.pc.it)
(La fotografia di Zerba è di Fabio Rotondale)

Gli appunti di toponomastica del Notiziario bobbiese

Dagli appunti del professor E. Mandelli: Zerba. In Storia Ecclesistica Diocesana di Bobbio – Parte II, fasc.I, pag.41 si legge: Più che Zerba, mano mano che si risale si trova Gerba e Gabanum. Non abbiamo avuto modo di trovar documenti comprovanti l’una e l’altra trascrizione. Sarebbe interessante vedere quale delle due è la più antica o se esistessero contemporaneamente. “Germa lo intenderemmo come “herbida” sottointendendo un “loca”.Anche in sede bobbiese “Herbidis ha dato “Zerbi” nome proprio di località e nome comune di luoghi erbosi, incolti, con radi cespugli. Vi si mandano le pecore a pascolare. Per altri derivati da “herbidus”, vedi il Dizionario Topomomastico Lombardo di D.Olivieri sotto voce; Zerbo (MI), Gerbo (VA), Zerbo (CO) sembrano tutti risalenti a un etimo dialettale “zerb”, terreno incolto, sodaglia. Nella “Storia della città di Piacenza” Tomo III del Poggiali all’anno 1164 è citata una Carta d’investitura esistente nelle Antichità Estensi, Federico Barbarossa toglie ai Piacentini per darle ai Malaspina molte terre in Val Trebbia e tra l’altro anche “Zerbanum” che per la vicinanza con altri toponimi va identificato con la nostra “Zerba”.

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