SOTTO LE FOGLIE Di François Ozon
In Prima Visione:
Giovedì 1/5 ore 16,30 – 18,45 – 21,00
Venerdì 2/5 ore 21,00
Sabato 3/5 ore 18,45 – 21,00
Domenica 4/5 ore 16,00 – 18,15 – 20,30
Martedì 6/5 ore 21,00
Francia – Drammatico/Commedia/Thriller – 102′
Un film di FRANCOIS OZON
Uno sguardo caustico sull’avvelenata eredità di una madre nei confronti di una figlia.
Un nuovo film spiazzante per la carriera dell’eclettico François Ozon
La TRAMA : Sotto le Foglie, il film diretto da François Ozon, si svolge in autunno e vede protagonista Michelle Giraud (Hélène Vincent), una pensionata che vive in un tranquillo villaggio della Borgogna.
La donna condivide la sua vita con l’amica di lunga data Marie-Claude Perrin (Josiane Balasko) e si dedica alla cura del suo orto. La sua routine viene sconvolta dall’arrivo della figlia Valérie (Ludivine Sagnier) e del nipote Lucas (Garlan Erlos), per le vacanze di Ognissanti.
Valérie è distaccata e rancorosa verso la madre a causa di un passato difficile. Nel frattempo, Marie-Claude è preoccupata per il figlio Vincent (Pierre Lottin), da poco uscito dal carcere. Michelle, volendo aiutarlo a ricostruire una vita onesta, lo assume come giardiniere. Grato per il sostegno ricevuto, Vincent decide di parlare con Valérie, cercando di migliorare i rapporti tra madre e figlia.
La storia esplora legami familiari complessi, mettendo in luce la capacità di cambiamento nonostante le difficoltà…
La RECENSIONE : Una nonna anziana si aggira per un bosco in autunno, come foglie e sottobosco confermano. Porta con sé un cestino di vimini per raccogliere i funghi, molto amati dalla figlia, in arrivo a pranzo insieme all’adorato nipote, per lasciarlo a lei durante le vacanze scolastiche. Uno scenario di apparente idillio, non fosse per la stagione, quell’autunno invocato dal titolo originale, Quand vient l’automne, che semina Sotto le foglie tanti piccoli indizi di disagio, pronti a diventare una valanga di perfidia e incomprensioni, sempre tenendo a freno ogni esplosione, sotto traccia, non alzando mai la voce o scuotendo troppo la camera.
Ogni svolta narrativa giunge sorprendente e inconsueta, Ozon non la fa “pesare”, rendendola in questo modo ancora più spiazzante. È una visita nel terreno della favola nera e della metafora, insistita, in cui il regista francese ancora una volta cambia registro, come ama fare, prendendosi il tempo di un ritratto trattenuto, ma di una spietatezza raramente vista, sulla trasmissione di più vizi che virtù fra madre e figlia. Dall’elogio di una criminalità teatrale e di buon cuore contro il maschio rimbecillito, in Mon crime, alla quotidianità che nasconde nell’apparente ritratto bucolico crimini e misfatti di ogni genere.
Fra Chabrol e Hitchcock, la tragedia greca e Shakespeare, il film è un ritratto sull’anzianità, con tanto di bilancio di quanto si è trasmesso alla prole nell’autunno della vita, alle generazioni destinate a portarne avanti il ricordo. Nel farlo ha il coraggio non scontato per il cinema di oggi di scegliere un’ottantenne come protagonista, la magnifica Hélène Vincent, Michelle, insieme alla settantacinquenne Josiane Balasko, Marie-Claude. Sono loro due, inseparabili da molti anni, a condividere la vita di campagna con i suoi riti e ritmi. Come badare alle piante e raccogliere funghi, che vengono scelti e preparati con cura all’inizio del film, ma una volta cucinati causano l’avvelenamento, non grave, dell’unica che li ha mangiati, la figlia Valerie. Una Ludivine Sagnier alle prese con un divorzio, ruvida e dal pessimo carattere, come non l’abbiamo mai vista prima, che torna a oltre vent’anni di distanza a lavorare con Ozon, con cui aveva segnato una tripletta cruciale per dare il via alla sua carriera, poco più che ragazza.
Michelle e Marie-Claude vivono in simbiosi, da buone vicine e vecchie amiche, in un paesino della Borgogna da cartolina. Dopo l’incidente dei funghi, chiaro rimando a un avvelenamento meno letterale, ma più mortale, nel rapporto fra le generazioni, Valerie non vuole più far vedere il nipote alla nonna, aumentando un rancore nei confronti della madre. Un mancato perdono per qualcosa legato al passato, che emergerà a un terzo del film, non condiviso però da un altro dei protagonisti, il figlio di Marie-Claude, Vincent, che sembra non farci caso e mantiene un rapporto affettuoso con la madre. Anche perché è lei a badare a lui, quando esce di prigione dopo qualche piccolo crimine che ha caratterizzato la sua età adulta.
Anche i figli sono alle prese con i primi bilanci di un’infanzia che non sembra mai superata. Perdonare gli errori di chi ci ha cresciuto? Un bivio che caratterizza in pieno, senza prigionieri né scorciatoie concilianti, questa nuova tappa sul passare del tempo, conseguenze incluse sui protagonisti, da parte di un François Ozon capace sempre di imbrigliare temi complessi, se non scabrosi, con una fluidità di racconto elegante e privo di pesantezze inutili. Succedono tante cose “brutte”, in Sotto le foglie, senza privarci però di una leggerezza e di stilettate ironiche. Ci si diverte con classe, ma non mancano i brividi. E attenzione ai funghi che raccogliete in famiglia, il veleno è una minaccia costante. (Mauro Donzelli – ComingSoon)
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