Val Luretta

La val Luretta è una valle dell’Appennino ligure formata dall’omonimo torrente e situata interamente in provincia di Piacenza.

Geografia
La val Luretta è formata dal torrente Luretta, che nasce dall’unione di due rami, il Luretta di Monteventano, detto anche Luretta superiore, e il Luretta di San Gabriele, detto anche Luretta Inferiore; s’estende fino alla pianura Padana, dove il Luretta trova la sua foce nel Tidone, confinando a occidente con la val Tidone e la val Chiarone e a oriente con la val Trebbia. Alla testata della valle si trovano il passo della Caldarola e il monte Serenda, dalle cui pendici nasce il ramo del Luretta di San Gabriele.
La val Luretta è messa in comunicazione con la val Trebbia tramite il passo della Caldarola.

Monti
Tra i monti più importanti della valle si trova il monte Serenda (759 m s.l.m.) dalle cui pendici nasce uno dei due rami che originano il Luretta e il monte Bissago, sulle cui pendici si trovano alcuni castelli, tra cui quello di Rezzanello.

Idrografia
Il corso d’acqua principale della valle è il torrente Luretta, lungo 28 km e con un bacino idrografico di 101,6 km².

Il reticolo secondario di affluenti del Luretta non presenta particolare rilevanza, tra gli affluenti principali si segnalano il Rio Tarone e il Rio Magnana sulla sinistra orografica e il Rio Canto, il Rio Sarturano e il Rio Frate, sulla destra orografica.

Storia
I più antichi reperti rinvenuti, conservati nel museo archeologico della Val Tidone, situato a Pianello, risalgono all’età del bronzo. Successivamente la vallata fu sede di insediamenti di popolazione di stirpe ligure.

In epoca romana la vallata fu abitata, con la fondazione di diversi centri abitati: nella tabula alimentaria traianea vengono citati il Pagus Luras, idronimo latino del torrente Luretta, i vicus di Pomarius (Pomaro) e Canianum (Montecanino), il fundus Acutianus (Agazzano) e Licinianus (Lisignano).

Nel 218 a.C. la parte pedemontana della valle venne interessata dagli scontri della battaglia della Trebbia tra le legioni romane, guidate dal console Tiberio Sempronio Longo e le truppe casrtaginesi guidate da Annibale, che ebbero la meglio nel confronto.

In epoca longobarda la zona entrò nei possedimenti dei monaci dell’abbazia di San Colombano di Bobbio, diventando parte del feudo reale ed imperiale monastico.

Nel basso medioevo la zona fu interessata dalle lotte tra guelfi e ghibellini, in special modo tra le truppe provenienti dalla guelfa Piacenza e quelle provenienti dalla ghibellina Pavia. Nel 1164 Federico Barbarossa condusse un’azione nella valle che portò alla distruzione di numerosi fortilizi, tra cui Montecanino e Monteventano. Le lotte tra le due opposte fazioni continuarono ancora nel duecento: nel 1212 si svolse nei pressi del castello di Rezzanello una battaglia tra i guelfi, che vi si erano rifugiati, e i ghibellini che prevalsero. Nel 1242 Obizzo Malaspina rase al suolo il castello di Pomaro, nel 1255 Oberto Pallavicini distrusse il castello di Groppo Arcelli, mentre nel 1268 truppe ghibelline distrussero ancora una volta il fortilizio di Monteventano. Nello stesso secolo ad Agazzano si stabilirono gli Scotti che fecero del paese la capitale dei loro possedimenti, nonché un importante centro mercatale.

Nel 1372 parte della vallata venne occupata da truppe al servizio del Papa, nell’ambito della guerra che vedeva quest’ultimo contrapposto al duca di Milano Galeazzo II Visconti.

Durante la seconda guerra mondiale, nell’ambito della guerra partigiana, la valle fu sede di alcune brigate partigiane e teatro di importanti scontri tra questi ultimi e le truppe tedesche e repubblichine. Tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944, infatti, si formarono nella zona parecchie bande tra le quali spicca, in località la Sanese di Piozzano, la banda Fausto, comandata dall’ufficiale dei Carabinieri Fausto Cossu che, in seguito alla fusione con altre bande, andò a formare la brigata Giustizia e Libertà arrivando, poi, al rango di divisione con un totale di circa 4 000 uomini.

Nell’aprile 1945, nei pressi del castello di Monticello si svolse una cruenta battaglia tra un gruppo di partigiani asserragliati nel castello e 2 compagnie delle Brigate Nere, la Leonessa e la Mantova. Nella battaglia trovò la morte il comandante partigiano Lino Vescovi, detto il Valoroso che era intervenuto in supporto ai compagni alla guida di un manipolo di uomini. Nonostante la morte di Vescovi, i partigiani riuscirono a difendere la loro posizione, costringendo le truppe attaccanti a ritirarsi.

Cultura
Questa valle fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle quattro Province, caratterizzato da usi e costumi comuni e da un repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico.

Economia
Essenzialmente agricola, con allevamento di bovini e cavalli, maneggi, produzione di vini e formaggi. Numerosi sono trattorie e ristoranti, situati anche nelle più piccole frazioni, che propongono i piatti della cucina piacentina e i vini locali.

Infrastrutture e trasporti
La valle è risalita dalla strada provinciale 7 di Agazzano che, diramandosi dalla ex strada statale 10 Padana Inferiore a San Nicolò a Trebbia, frazione di Rottofreno, raggiunge Agazzano dopo aver attraversato Gragnano Trebbiense e Gazzola. Da Agazzano partono la strada provinciale 33 di Cantone che permette il collegamento con la val Tidone e la strada provinciale 7 bis di Piozzano che, raggiunto l’omonimo comune, prende il nome di strada provinciale 65 della Caldarola che raggiunge l’omonimo valico permettendo il collegamento con la val Trebbia. Dalla strada della Caldarola si dirama, poco a monte di Vidiano, la strada provinciale 60 di Croce che permette il collegamento con Pianello Val Tidone, posto nell’omonima valle.

Tra il 1907 e il 1933 la media valle fino ad Agazzano venne servita dalla tranvia Piacenza-Agazzano che univa il capoluogo provinciale con Agazzano dopo aver attraversato i comuni di Gragnano Trebbiense e Gazzola.

La val Luretta appartiene amministrativamente ai comuni di Agazzano, Gazzola, Gragnano Trebbiense, Piozzano e Travo; Gragnano e Piozzano comprendono porzioni territoriali su entrambe le sponde del torrente, Agazzano sulla sinistra orografica, mentre Gazzola e Travo sulla sponda opposta. Tra i capoluoghi comunali Agazzano, Gazzola e Piozzano si trovano nella vallata, Gragnano si trova nella pianura tra il corso del Luretta e quello del fiume Trebbia, mentre Travo si trova in val Trebbia.

L’alta valle, ricadente nei comuni di Piozzano e Travo ha fatto parte della comunità Montana Appennino Piacentino, poi soppressa e sostituita dall’unione Montana Valli Trebbia e Luretta.

 Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Val_Luretta

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