La ferrovia in Val Trebbia

Nella seconda metà dell’800 era allo studio la realizzazione di una linea ferroviaria in Val Trebbia come testimonia anche questo brano estratto dagli “Atti del Consiglio Provinciale di Piacenza” del 1862:

” Il sig. Prefetto stima opportuno di dare al Consiglio una comunicazione, ed è: che il Ministero dei Lavori Pubblici ha concesso all’Ingegnere sig. Cav. Cesare Parodi l’autorizzazione di compiere gli studi per la compilazione del progetto di una ferrovia, che passando per le Valli del Bisagno e della Trebbia, ed accostandosi ai Comuni di Torriglia, Montebruno, Ottone, Bobbio, Coravaggio, ecc., congiunga direttamente Genova con Piacenza prescrivendogli che gli studi abbiano ad aver compimento entro sei mesi, e cosi a tutto agosto del corrente anno.

Questa è una lieta notizia, dice il Prefetto, perciocchè formandosi quella Ferrovia, Piacenza prospererà grandemente e giungerà a quella altezza, per la quale potrà convenirle il titolo di Primogenita che le venne fio dal 1848 attribuito.
Il Consiglio manifesta, ed il Presidente esprimo sensi di ringraziamento al Prefetto della data comunicazione.”

Ecco cosa pensava al riguardo Orofilo:

L’invocata via ferrata di Valle Trebbia è finora un mero voto, il cui adempimento farà sorgere a vita novella tutto il tratto di paese che si estende dal Taro alla Scrivia.
Più disegni sono stati fatti finora per l’esecuzione di questa linea : ma il migliore è certamente quello di cui, non ha molto, mi discorreva un egregio ingegnere mio amico: per questo si verrebbero ad evitare i tre inconvenienti delle troppo lunghe e costose gallerie, degli alti e dispendiosi viadotti che renderebbero la ferrata di accesso malagevole ai sottostanti paesi, e della eccessiva pendenza che mal sicura le farebbe. Con questo disegno la linea, svolgendosi per l’ampia convalle di Cisiano, si porterebbe con mite pendenza e senza sciupo di viadotti fin quasi alla Scoffera e di là in vicinanza di Torriglia, favorendo così tutti i paesi del Bisagno e del Laccio : giungerebbe in Valle Trebbia con un percorso chilometrico non maggiore della; strada nazionale d’adesso: ma, una volta entrata in quella Valle, evitando con brevi gallerie le frequenti tortuosità di essa, arriverebbe a Piacenza, guadagnando sulla via nazionale non pochi chilometri. So che l’autore di questo disegno, al lodevolissimo intento di sollecitarne l’esecuzione, che non avverrebbe se non in lunghissimo volger di tempo, ove sì abbandonasse all’esauste finanze del governo, mira alla costituzione di una società costruttrice, la quale, pure aiutandosi con quei sussidii che potrà dal governo, dalle provincie e dai comuni ottenere, farebbe sì che fra pochi anni l’alpinista nel salire le ripide pendici dell’Alfeo e del Lesima oda il fischio della veloce locomotiva echeggiare prolungato per le sottostanti convalli, ed il montanaro ammiri ammutolendo i lunghi convogli entrare ed uscire a volo dalle viscere delle montagne, apportatori del sospirato benessere ; mentre Genova, questa regina de’ mari, già ferita ne’ suoi commerci dalla linea fra Torino e Savona, si salverebbe dal più tremendo colpo che sta per recarle la linea da Parma alla Spezia; e lo Stato nell’ora del cimento sarebbe in grado di muovere rapidamente un esercito dall’una ali altra delle due importantissime fortezze di Piacenza e di Genova.

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