Peli (Coli)

Foto di Mirco Bruzzone

Peli (911 mt.). Su un alto precipizio predomina la chiesa di S. Medardo, costruita nel XII secolo, appartenete all’abbazia di Mezzano e alla diocesi di Piacenza, ricostruita nel XVII secolo. Facciata a capanna in origine decorata, particolare il portale d’ingresso con stipiti e architrave e l’apertura centrale in arenaria. Interno ad unica navata con volte a vela riccamente decorate da stucchi barocchi e affreschi, interessanti “la Natività”, “la Vestizione” e “S. Carlo Borromeo”. Sul sagrato, da cui si possono ammirare i calanchi argillosi di Averaldi, il monumento al partigiano Emilio Canzi, realizzato dagli scultori piacentini Perotti e Tizzoni.

(Fonte: Guida turistica “Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini)

Gli appunti di toponomastica del Notiziario bobbiese

Dialetto: Péli – Pér – le nuove generazioni si servono della prima pronuncia, i vecchi della seconda, ma difficilmente si riesce a toglierla loro di bocca. Così accade per Coli. Peli è frazione del Comune di Coli. Dall’Archivio Parrocchiale del Duomo di Bobbio – 1591 – Cori Pelli – può anche riflettere il nome gentilizio romano “Pellius (vedi sotto voce Peglio nel Dizionario dell’Olivieri) Ma non sarebbe neppure da scartare un etimo simile a quello proposto dall’Olivieri per Peio, (monte sopra Collio – BS -, vedi Dizionario citato sotto voce) La natura dei luoghi ci compenserebbe l’etimo lombardo “pieia” = terreno scosceso in declivio forte.

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