Castello di Travazzano

Dove si trova

Travazzano è una frazione del comune di Carpaneto Piacentino, dal quale dista circa 4 km.

Il castello

L’originaria pianta irregolare, tendenzialmente quadrata, presenta quattro corpi con struttura muraria in pietra, che circoscrivono il cortile trapezoidale interno. All’angolo sud-ovest, si innalza una slanciata torre merlata, probabilmente più antica del castello. A lato della torre, nel volume meridionale, si trova l’ingresso con volto archiacuto, forse appartenente ad un precedente castello trecentesco. Più recente è il corpo di accesso, dotato di duplice ingresso, carraio e pedonale, con le sedi per i bolzoni del ponte e della passerella levatoi oggi scomparsi. Il corpo meridionale, all’angolo nord-ovest, è unito ad un altro corpo da un torrione circolare.
All’ interno del castello vi è un salone con un camino di pregevole fattura con lo stemma dei Chiapponi e con soffitti a cassettoni in struttura lignea dipinta
Nel 2004 sono stati effettuati dal proprietario importanti interventi di restauro e risanamento conservativo che ha riportato il Castello all’antico splendore così come possiamo ammirarlo tutt’oggi.

Cenni storici

Di origine romana, indicato con la denominazione di Trabicianum, il fortilizio, che sorge sulle prime colline tra la Val D’Arda e la Val Nure, viene citato nell’ XI secolo come rifugio dei nobili fuorusciti dalla città.
Nel 1136 l’imperatore LotarioII si fermò al castello dopo aver tenuta una Dieta a Roncaglia.
Nel XIII secolo, esso appartenne alla nobile famiglia Mancassola, proprietaria di altri beni in Val Chero e nelle adiacenze; nel 1216, fu  distrutto una prima volta, poi ricostruito e occupato, tra 1244 e il 1246,  dai corpi armati di Enzio, re di Sardegna nel tentativo fallito di conquistare Piacenza; nel XIV secolo fu di Rolando Scotti, poi passò ai Del Cario. Nel 1435 fu riacquistato da Alberto Scotti che lo riedificò, dotandolo di fossati e di mura provviste di torri e porte. Dagli Scotti passò ai Chiapponi e poi ai Sidoli che, nel 1852, lo lasciarono in eredità al Seminario di Bedonia. Adibito a villeggiatura estiva per i seminaristi e per i vescovi di Piacenza, il castello di Tramezzano diede rifugio al vescovo mons. Antonio Ranza, che rifiutò di celebrare solenni riti religiosi in occasione della visita del re Vittorio Emanuele II.

Informazioni turistiche

L’edificio è di proprietà del Seminario di Bologna per cui è visitabile solo esternamente

Fonti

www.emiliaromagna.beniculturali.itwww.leasint.itwww.comune.carpaneto.pc.it
Foto di Riccardo Rossi – www.mondimedievali.netwunnish.altervista.orgwww.emiliaromagna.beniculturali.it

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