Castello di Cadeo

Dove si trova

Cadeo è un comune della provincia di Piacenza dalla quale dista circa 14 km

Il castello

Dell’antico ospitale di Cadeo poco o nulla (è solo visibile esternamente la sua facciata molto rimaneggiata)  mentre il castello,  quanto è rimasto dello stesso sarà presto  ben visibile, visitabile in talune parti e diverrà luogo di iniziative turistico-culturali. In buono stato anche la vecchia chiesa dedicata a San Pietro Apostolo “attaccata” al castello con un portale meraviglioso che non tradisce le antiche origini e…..dentro c’è il resto.

Cenni storici

Del castello di Cadeo vi sono notizie che risalgono al 1300 circa quando 800 cavalieri e 500 fanti lo difendono invano dagli attacchi distruttivi dei nemici.
Nel 1310 il castello viene nuovamente dato alle fiamme su ordine di Alberto Scoto e da allora subì ancora altre gravi distruzioni per ben due volte (nel 1336 ci pensò Azzo Visconti, nel 1449 Angelo Sanvitale da Fiorenzuola). Cadeo sorgeva in un importante crocevia tra la via Emilia e le strade antiche che conducevano a “scavalcare” l’Appennino verso la Toscana e il centro Italia e per questo sempre conteso dai signori del tempo.
Facciamo un passo indietro! Cadeo, Càdio, Cà Deo era sì un importante luogo sulla via consolare Emilia ma era anche tappa del percorso “Francigeno”  tra Piacenza e Fidenza.
Da qui partiva inoltre una strada antica che discostandosi nettamente dalla via Emilia citata conduceva alla Valle di Tolla (oggi alta Valdarda) passando dalle parti della città perduta di Veleia per raggiungere l’importante Abbazia di Tolla in Morfasso per proseguire fino a Bardi per raggiungere l’attuale Toscana passando per il passo del Pelizzone.
L’altra possibilità, tanto per taluni commerci quanto per i “pellegrini francigeni”, di evitare il passo della Cisa, che si raggiungeva da Fidenza,  era quella di proseguire  fino a Fiorenzuola d’Arda e poi raggiungere il Pelizzone, via  Castell’Arquato e l’Abbazia di Tolla ricordata (l’Abbazia di Tolla al tempo era molto importante e conosciuta).
Per comprendere meglio la situazione occorre considerare che i percorsi Francigeni del tempo non erano univoci (ovvero non tutti seguivano fedelmente il percorso tracciato dal vescovo Sigerico) poiché risentivano del clima politico del momento, delle guerre in atto a livello locale, della sicurezza e accoglienza notturna del percorso che “sceglievano”. Non di secondaria importanza  erano anche i suggerimenti e le indicazioni che i pellegrini medesimi ricevevano tanto da altri pellegrini quanto dai “custodi “ degli ospitali presso i quali erano accolti.
Anche per questo nel 1120 circa un nobile piacentino di nome Ghisulfo, insieme alla sua consorte Gisla, fondarono sulla strada che guidava a Roma, sul tratto di Via Emilia interessato  alla via Francigena tra Piacenza e Fidenza,  un “Hospitale”, dedicato a San Pietro, chiamato “Casa di Dio” retta da un Priore “agostiniano”.

Informazioni turistiche

Recentemente la “tenuta” del castello, antica  e tradizionale corte agricola, è entrata nel circuito “Translands”, aderendo al progetto che tende a valorizzare in Valdarda i vecchi e gloriosi edifici  “curtensi” a fini  turistici e culturali.

Fonti

valdarda.wordpress.com
Foto dal sito www.mondimedievali.netvaldarda.wordpress.com

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