Alla scoperta di antichi borghi dell’Ottonese: Traschio

Percorrendo la val Trebbia, a pochi km prima di Ottone, dopo la visione di alcune abitazioni che fanno pensare ad una favola, tanto sono ornate da fiori che denotano tanta cura e tanto amore, per raggiungere l’altra parte di paese, occorre salire su una piccola altura che fa pensare immediatamente a un posto ideale dove poteva essere sorto un castello con le sue pertinenze.
Ecco che salendo da una bella quanto panoramica e breve strada, si scorgono altre case, in pietra, e immediatamente una chiesetta attira lo sguardo… chiesetta un po’ isolata dal paese e preceduta da un sagrato racchiuso da un piccolo muretto …che dona intimità, armonia e spinge alla riflessione.
È la chiesa romanica dedicata a San Giovanni Battista, sorta come cella monastica alle dipendenze di Bobbio; bellissima costruzione con pietre che, con gli anni, il vento e il sole hanno migliorato il loro colore. Scolpito sull’architrave della porta della facciata si scorge la scritta 1583, che indica la data del manufatto, ma gli arredi interni fanno pensare che la chiesetta risalga a tanto tempo prima.
Anche l’interno la chiesetta invita al raccoglimento e alla meditazione. Spicca subito un grande e prezioso quadro raffigurante sant’Orsola (unico in tutta la Diocesi) che, purtroppo, il tempo ha in parte deteriorato e che necessiterebbe di restauro.
Anche l’antico “confessionale” in stile barocco da un aspetto austero, ma al tempo stesso fa pensare alle tante generazioni ricche di fede e di umiltà.
Sono da ricordare le parole di don Guido Ghilardelli, parroco che ha visto nascere la parrocchia e tutto e tanto ha fatto per la chiesa e la comunità di Traschio “ …..c’era una volta un paesino piccolo piccolo. Poche case addossate le une alle altre su un breve ripiano, attorniato a monte da un bosco di annosi castani e, sotto, da campi a terrazza orlati di filari e degradanti sulla strada nazionale. In fondo al paese, su di uno sperone roccioso che si solleva a torre, sorgeva la chiesetta sulla cui facciata erano collocate due minuscole campane. Questo paesino è il nostro; è Traschio” .
Fra stradine di ciottoli e profumi di campagna, è una sequenza poetica di abitazioni in pietra, con gerani alle finestre e addobbi tipici della montagna: Traschio, borgo antichissimo, lo paragonavano a un castello perché, dai campi verdeggianti che lo circondano, domina la valle e il fiume Trebbia, fiume ricco d’acqua con “il lago delle gronde” , specchio dai mille riflessi.
Nelle vicinanze sono sopravvissuti due ponti; uno , detto ponte romano, sovrasta una cascata suggestiva con acqua fresca e invitante; l’altro, anch’esso antichissimo e incantevole, purtroppo, a causa di una frana, è difficile poterlo raggiungere.
L’acqua abbondante delle fontane di Traschio è pura e, forse proprio per la sua nitidezza, è la fonte della longevità dei pochi abitanti che abitano abitualmente nel borgo.
È questo e tanto altro a rendere il “ piccolo Traschio” un gioiello della valle, un piccolo mondo, dove la vita di tutti i giorni intreccia modi di vivere fiabeschi con le necessità che solo chi vive tanto distante dalla città può comprendere.

(Articolo tratto dal N° 31 del 01/10/2020 del settimanale “La Trebbia”)

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