La scomparsa di Guido Ferretti

La Chiesa di San Bartolomeo di Casoni di Fontanigorda non è stata sufficiente ad accogliere quanti il 7 agosto hanno voluto salutare Guido Ferretti che, dopo una vita dedicata alla famiglia, al lavoro ed alla sua comunità, è entrato nella vita eterna partendo dalla stessa casa dove era venuto al mondo 87 anni prima.
Davvero la sua vita può riassumersi nelle parole dell’Apostolo delle genti “bonum certamen certavi, cursum consummavi, Fidem servavi”: anche Guido ha partecipato attivamente e con impegno alla corsa della vita ed è giunto al traguardo conservando la Fede in Dio e nell’umanità.
Come molti della sua generazione, Guido aveva temprato sin da bambino il carattere con le asprezze della vita contadina sui nostri monti, dimostrando però sempre interesse per le persone e una sana curiosità per il mondo. Questa apertura lo aveva spinto a diplomarsi all’Istituto Nautico di Camogli, per poi intraprendere una brillante carriera nella Marina Mercantile, fino al grado di Direttore di Macchina.
Pur viaggiando per lavoro, non aveva comunque mai perso il legame con le sue radici e, anzi, una volta sbarcato definitivamente, aveva intrapreso una serie di iniziative a favore di Casoni e dell’Alta Val Trebbia: più volte amministratore del Comune di Fontanigorda, era stato tra i soci fondatori di diverse associazioni locali, curando personalmente la progettazione della struttura in legno per serate danzanti che tutt’ora caratterizza il paese.
In anni più recenti si era poi dedicato, con altri cultori della materia e insieme agli amici dell’Associazione di Gemellaggio Fontanigorda Saint-Maime, allo studio storico delle nostre vallate.
Partendo con la ricostruzione dell’albero genealogico dei Ferretti dei Casoni, è stato anche prezioso collaboratore di alcune istituzioni del mondo accademico contribuendo, con l’abituale discrezione, a diverse pubblicazioni di studi storici e di toponomastica.
Mosso da innato ottimismo e fiducia nelle nuove generazioni, proprio ai giovani lascia come importante eredità quel “cassetto della memoria” a cui ha sempre attinto per tentare di costruire un futuro migliore.

(Articolo tratto dal N° 34 del 28/09/2017 del settimanale “La Trebbia”)

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