Casoni. Tutti seduti sul prato attorno al grande piatto di polenta "cunza" |
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Rassegna stampa - Fontanigorda | |||||
Scritto da Caterina Ferretti | |||||
Giovedì 28 Febbraio 2002 00:00 | |||||
I "Casun" sono modeste costruzioni dell'arte contadina sparsi per la campagna, un tempo fatti per alloggiare il bestiame e il foraggio. Essi venivano costruiti in pietra e calce cotta sul posto dagli stessi muratori e avevano il tetto ricoperto di paglia.
Davanti a questi ruderi la mia fantasia galoppa. Essi mi parlano della nostra gioventù, dei nostri papà e delle nostre mamme, dei giorni di dura fatica, ma anche di ore liete. Rivedo la piazzetta davanti al Casone trasformata in aia ben levigata di "bazza" (sterco di mucca essiccato) e risento lo schioccare cadenzato delle "vercighe" (verghe snodate) che battono il grano. Sembra una musica. Rivedo i brevi riposi all'ombra del grande albero, dopo tanta fatica, l'allegria dei bambini che giocano a nascondino attorno al Casone, ascolto la scampanellare dei sonagli delle mucche quando alla sera tornano dai pascoli in paese, e il vociare della gente che si confonde con l'ultimo rintocco dell'Ave Maria. Ora attorno a me c'è un grande silenzio e in me una grande rassegnazione. La nostra generazione è l'ultima tenutaria di quella cultura contadina creata con forza per la sopravvivenza. Tale civiltà verrà sepolta insieme a noi con tutto il resto delle cose che abbiamo conosciuto e tristemente abbandonate all'oblio. Caterina Ferretti (Questo articolo è stato tratto dal N° 9 del 28/02/02 del settimanale "La Trebbia")
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