Vendemmia |
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Poesie - Le poesie di Attilio Carboni | |||
Scritto da Attilio Carboni | |||
Martedì 11 Febbraio 2020 08:17 | |||
Mattinata di fermento: dolce brezza, niente vento. Va la gente nei vigneti: cesti grandi, cuori lieti.
Già le vigne bacia il sole! I filari son le aiuole di giardini assai gioiosi; delicati, deliziosi.
Ci son tutte le famiglie: padri, madri, figli e figlie: “Con gli amici, coi parenti, si lavora ben contenti”.
Associato nel filare, alla vite secolare, delizioso pesco antico, sta col mandorlo, col fico. I lor frutti, saporiti, sempre sono buoni e ambiti.
Viene l’uva, con dolcezza, sistemata nel cestino. Grandi grappoli accarezza mano lieve di bambino.
Ogni acino è stupore, meraviglia e buon umore. Ce ne sono proprio tanti!
Vanno al cielo lodi e canti. Attilio Carboni I vigneti della poesia sono quelli di Valmassaia, sponda sinistra della Trebbia, tra Ottone e Truzzi, lungo l’antica mulattiera verso Campi, Bertone… la Val Borbera. Ancora nella metà del secolo scorso, ultimi bagliori della Civiltà Rurale suoi nostri monti, quelli di Valmassaia erano considerati i migliori vigneti dell’Ottonese, nell’ex feudo del Principe Centurione. Stupenda esposizione al sole. Abbraccio affettuoso e protettivo del monte Alfeo, moderatore di venti insidiosi. Terreno particolarmente adatto all’impresa vitivinicola. La suddetta mulattiera tagliava in due parti le vigne: a destra, salendo, si estendevano quelle della famiglia Merzari di Ottone. Le più ammirate! Esemplari per disegno funzionale e cure prestate. Diceva la gente: “Ah, come vorrei esserne il proprietario!”. Dalla parte opposta i vigneti erano particelle variamente frazionate: famiglie di Ottone, Truzzi, Campi, Gorreto… Addirittura Barchi e Bertone, borghi troppo elevati in altitudine per la cultura della vite nel loro territorio. In occasione di vendemmia, numerosi “Casoni”, sparsi, interessanti rustiche architetture, oggi ruderi, fungevano da appoggio e temporanea residenza. Già a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, purtroppo, l’orribile falce della Filossera mieteva, disintegrandola, inesorabile e definitiva, un’intera millenaria civiltà. Concludo ricordando Vittorio di Catribiasca, Cavaliere di Vittorio Veneto. Era il massimo specialista dei vigneti: medico curante e maestro nato, insuperabile nell’impianto di nuovi vitigni, innesti, rimedi.
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Ultimo aggiornamento Martedì 11 Febbraio 2020 08:20 |