Omaggio ai più piccoli
Il Lupo fa da palo alla Volpe nel pollaio
Sora Volpe affaticata,
poche forze ed emaciata,
nella neve a folti fiocchi,
arrossato ha naso ed occhi.
Ma la fame spinge forte
a cercare aperte porte,
con speranza di trovare
buone cose da gustare.
Anche il Lupo vaga invano,
con prudenza; piano, piano:
sogna arrosti saporiti,
buon salume; dei bolliti.
I due poveri affamati
si ritrovano associati,
dall’inverno affratellati,
in gran freddo frastornati.
C’è nei pressi un casolare
con dei Polli in abbondanza:
“Lo vogliamo visitare,
per minestra e per pietanza?”
Detto e fatto è convenuta
procedura chiara e astuta:
come palo Lupo resta,
l’Altra ai Polli farà festa.
Senza emettere rumore,
pregustandone il sapore,
la Comare salta dentro,
e dei Polli coglie il centro!
Si difendono i Pennuti,
con beccate ed urli acuti,
in attesa degli aiuti
con il Cane convenuti.
Un Mastino spaventoso,
ecco, giunge; assai ringhioso.
Sora Volpe è atterrita,
ben comprende ch’è finita.
Con un guizzo disperato,
vola; fugge a perdifiato.
Alla Volpe, dice il Lupo,
ululando roco e cupo:
“Col cenone ora servito
perso abbiamo l’appetito!
Non si sente più la fame:
causa Cane, crudo e infame!”.
Attilio Carboni
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