La chioccia paziente,
materna, silente,
cova le uova,
nidiata nuova.
Si rompe il guscio,
appare sull’uscio,
grazioso pulcino:
un giallo piumino,
piccino, piccino.
L’occhio ha vivace,
lo spirito audace.
Felice la chioccia
Lo bacia, lo abbraccia.
Nei primi suoi passi,
tra alti e tra bassi,
caduta ed inciampo,
durano un lampo.
Stretto ai fratelli,
attivi anche quelli,
si sente più forte,
non teme la sorte.
La chioccia li chiama:
li guarda, li ama.
Sprona e sostiene
tutti a far bene.
Li guida di qua,
li porta di là:
la vita è impegno,
ognun ne sia degno.
Necessita ingegno,
per coglier nel segno.
Ma ogni pulcino
Ha buon cervellino.
Nessuno si stanca;
valore non manca:
interesse e cura,
si fanno cultura.
Un breve intervallo,
apre allo sballo:
Beccare, saltare,
giocare, ballare…
L’aia? Vasto mondo,
piacevole e tondo.
Tanta è la gente:
si vede, si sente…
Intorno bei prati:
gran boschi incantati!
Arbusti e fiori
di tutti i colori.
Gli aromi intensi,
turbano i sensi?
Pericolo incombe,
oscuro tra ombre?
La voce del tuono
poco ha di buono?
“Sicuro calore,
annulla il timore”.
I nostri pulcini,
piccini, piccini,
trovano conforto,
in materno porto.
Ciascun sarà indenne,
tra piume e penne:
“l’ala della mamma
allieta ogni dramma”.
Attilio Carboni
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