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Niviano (129 mt.). Antico Novellianus, a nove miglia da Piacenza, rappresentato dal castello documentato nel XII secolo come possedimento dei Malaspina, nel XIV secolo dei Landi di Rivalta che lo tennero fino al XIX secolo, salvo un breve periodo in cui passò ai Piccinino. Struttura quadrangolare con ai vertici torri cilindriche e mastio d’ingresso con tracce degli incastri del ponte levatoio (di proprietà privata). Nelle icinanze la chiesa di S. Stefano del 1991, consacrata nel 1999; l’antica sede, che si trova a sud-est del paese, venne documentata nel XVI secolo alla dipendenza di Pieve Dugliara e riedificata nel 1832.
(Fonte: Guida turistica “Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini)
Stando alla toponomastica, Niviano sarebbe il Novellianus della Tavola Alimentaria Traianea sorto ad nonum milium della “strata” di Val Trebbia su una stazione romana. Il castello medioevale sorgerebbe quindi su preesistenti costruzioni erette a scopo difensivo. Verso il 1100 appartenne ai Malaspina e dal 1300 fu dei Landi di Rivalta, i quali lo tennero quasi ininterrottamente (salvo una breve parentesi fra il 1438 e il 1448, epoca in cui subentrarono i Piccinino) sino agli inizi del 1800 quando si estinsero con il marchese Giuseppe.
Non si registrano molti episodi nella storia di Niviano; l'unico di un certo rilievo risale al 1462 ed è legato alla sollevazione dei contadini piacentini esasperati dalle eccessive tasse. Non avendo ottenuto dal duca Francesco Sforza la diminuzione di alcune gravose imposte fiscali, il 4 luglio dello stesso anno, settemila contadini guidati da Onofrio Anguissola e da Giacomo Pellizzari (il Pelloia), assalirono il castello di Niviano dove si trovava il commissario ducale Maleta; ma, per il pronto intervento del marchese di Mantova, Lodovico Gonzaga e del suoi 500 tra fanti e cavalieri, i ribelli furono sconfitti e respinti fino a Grazzano. In seguito a questo fatto d'armi, molti contadini, compreso il Pelloia, vennero catturati e condotti a Piacenza dove furono impiccati a piccoli gruppi di tre o quattro al giorno. Il Pelloia, prevedendo la sua fine, si sottrasse ai carnefici dello Sforza strangolandosi ad un trave.
L'Anguissola fu invece condannato alla confisca dei beni e decapitato nel castello di Binasco dopo dodici anni di prigionia. Il castello, che ha la tipica forma delle fortezze di pianura, venne devastato e saccheggiato nel 1526 durante un'incursione di Lanzichenecchi al servizio dell'imperatore Carlo V.
Come ci si arriva - Da Piacenza lungo la statale 45 fino a Niviano (15 km dalla città).
(Fonte: http://pcturismo.liberta.it/asp/default.asp?IDG=240 )
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